“Martedì 10 giugno una madre, residente a Fiumicino e sola con un figlio disabile non autosufficiente, ha avuto un malore ed è stata trasportata in ambulanza al Pronto Soccorso dell’Aurelia Hospital. Fin qui, nulla di straordinario. Ma nonostante fosse stato chiaramente comunicato al personale del 118 che il figlio necessitava di assistenza continua, anche lui è stato portato al Pronto Soccorso insieme alla madre, senza che nessuno si preoccupasse di farmaci, indumenti di ricambio o dei suoi bisogni essenziali”, è quanto dice Maurizio Ferreri (Demos).
“Dal 10 giugno – racconta Ferreri – madre e figlio si sono ritrovati entrambi al Pronto Soccorso: lei su una barella, lui seduto su una sedia, davanti a lei. È una scena che fa male anche solo a raccontarla. È inaccettabile e profondamente disumana.
Nella mattina di giovedì 12 giugno, dopo ripetuti appelli e richieste d’aiuto, l’unica proposta avanzata è stata quella di trovare un posto temporaneo per l’uomo, ma a pagamento, al costo di 200 euro al giorno. Una proposta offensiva per chi percepisce una pensione d’invalidità di meno di 800 euro al mese. È uno schiaffo alla dignità di chi già vive in condizioni di estrema fragilità. Solamente nel pomeriggio del 12 luglio, qualcosa si è mosso. Ma non basta.
Questa vicenda mette in luce una carenza gravissima nel nostro sistema di assistenza locale. È assurdo che in un Comune come Fiumicino, con oltre 80.000 abitanti, non esista un servizio di emergenza dedicato a persone con disabilità gravi, che restano improvvisamente sole in caso di ricovero del loro familiare o tutore. È un vuoto che può trasformare un’emergenza sanitaria in una tragedia sociale.
Altri Comuni si sono già attrezzati con accoglienze temporanee, assistenza domiciliare urgente, potenziamento del PIS – Pronto Intervento Sociale. Fiumicino, invece, resta indietro, incapace di garantire un minimo di tutela a chi ne ha più bisogno.
Non servono tavoli tecnici o proclami: servono azioni immediate e risposte concrete. Il Comune ha un dovere morale e istituzionale. Non è più tollerabile lasciare i cittadini più fragili in balia del caso, senza assistenza né alternative.
È ora che Fiumicino si doti finalmente di un servizio strutturato, efficace e accessibile per gestire questo tipo di emergenze. Una città che si definisce inclusiva non può continuare a voltarsi dall’altra parte”.
La replica
“In meno di 48 ore, la sinergia fra gli uffici comunali e il servizio sociale dell’Aurelia Hospital ha permesso di individuare una nuova collocazione sicura per un giovane con disabilità temporaneamente privo di adeguato sostegno. Durante l’intervento, il personale ha ricostruito l’anamnesi completa del ragazzo, così da garantirne la massima tutela.
Sebbene la persona non fosse ancora in carico ai servizi sociali, il Comune di Fiumicino si è comunque attivato per dare continuità al percorso assistenziale, dimostrando la capacità di intervenire con rapidità”, si legge nella nota dell’amministrazione comunale.
“Alle polemiche sterili – replica l’assessore alle Politiche Sociali, Monica Picca – rispondiamo con i fatti. Chiediamo di non strumentalizzare la disabilità e invitiamo chiunque – terzo settore, medici di famiglia, vicinato – a segnalare ai nostri uffici situazioni analoghe. Solo così possiamo intervenire tempestivamente e in modo risolutivo. Aggiungo il mio ringraziamento a quello dell’Aurelia Hospital, ai servizi sociali del Comune di Fiumicino, che continuano ad agire con umanità, professionalità e prontezza nonostante i rallentamenti tipici della burocrazia”.