Al circolo velico Fregene Vela Club è un mattino di quei giorni speciali quando le previsioni sono ottime e ci sono già un paio di surfisti che aspettano di entrare… ma prima di tutto, soprattutto, ci vuole un buon caffè. Il nostro bar preferito, quello ‘delle Sirene’, è a trecento metri dalla sede del circolo; strada facendo le fronde delle tamerici si agitano piegandosi sotto le raffiche del vento di scirocco. Già alle 11 c’è un gran daffare al club, dopo la regata ‘North One Hour’ gli animi sono ancora più infervorati. Tavole nuove fiammanti escono dalle sacche che puzzano di plastica fresca, vele scrocchianti si srotolano velocemente per essere armate lasciando quel piacevole odore di pvc fresco.

Alcuni surfieri hanno imparato a tirare bene le vele sia in basso che dietro, nella bugna; regolare bene una vela tirando anche soltanto alcuni centimetri in più può fare una gran differenza. Il mare è ancora poco agitato, ma il vento sui 16 nodi dà già l’opportunità di fare belle planate. La musica di Carlos Santana accompagna il via vai affannato di alcuni soci che si sono catapultati da Roma guidando a 100 all’ora. Claudio Giulietti e Ugo Ubizi arrivano ancora con addosso la divisa dell’Alitalia, hanno appena finito il loro turno di lavoro, probabilmente avranno volato tutta la notte, e ciononostante hanno una gran frenesia di entrare in mare. Claudio arma la sua vela nella maniera frettolosa che lo contraddistingue e in poco tempo si unisce al gruppetto che già sfila su e giù tra i frangenti increspati dalle forti raffiche del vento da SE. Francesca ‘l’ingegnera’ sorride inforcando strambate e bestemmiando dei in chi sa quali lingue a noi sconosciute, mentre Riccardo Campobrin e Renato Amantis sfilano a tutta manetta avanti e indietro con il loro stile preciso perfezionato nel tempo. Peppinella arriva con il suo Mistral Screamer nuovo di pacca ed è a terra ad armeggiare avvitando le strap e pensando alla vela da armare; in molti già l’hanno cambiata passando dalla 6.5 alla 5.5. Io sono fuori con la tavola wave e la 5.3 North Sail Zeta gialla appena comprata da Pacittone. Tra le onde che arrivano cerco con la sguardo avanti qualche rampa per fare qualche bel saltone. Con me Massimiliano Germini con il suo Tigà 257 e la 5.5 si diverte come un matto, gridando e facendo smorfie agli incroci; tutti hanno una smorfia di gioia sul viso, anche i giovani neofiti Lorenzo Costantini e Pasquale Lo Curcio che se la spassano cercando di cadere il meno possibile quando i frangenti più ripidi gli chiudono la strada. A Lorenzo piace anche saltare e magicamente azzarda qualche stacco dall’acqua atterrando spesso malamente per la sua inesperienza… ma sta facendo notevoli progressi. Marina Cavalcaselle esce con la sua 4.5 e la tavoletta wave e fa su e giù senza sosta fino al tramonto quando tutti noi siamo già sdocciati e guardiamo ancora una volta stupiti i colori arancio e grigio che si mescolano ad ovest.
Allo stabilimento dei Ministeri Finanziari qualcosa sta cambiando; il Sig. Guastella, il segretario di uno dei settori dei Ministeri Finanziari, sembra nervoso e mi chiede se possiamo pagare, oltre alla quota stabilita mensilmente, una grossa cifra di denaro per coprire dei pagamenti arretrati al Demanio Marittimo che risultano essere di circa 30 milioni di lire. Purtroppo il circolo vive soltanto con le quote sociali e tra la quota mensile per l’utilizzo degli spazi, la corrente elettrica, l’acqua potabile che consumiamo con le docce e la pulizia delle vele e delle tavole più altre spese varie, tra cui materiali per la manutenzione e le attrezzature per la scuola vela, l’affiliazione alla FIV e varie ed eventuali non si riesce proprio a soddisfare la cifra richiesta. Sembra che il nuovo gestore dello stabilimento, un certo Emiliano, sia subentrato al posto dell’ormai ex guardiano Franco; ha un sorrisino sul suo volto Emiliano Emili alquanto ingannevole, sembra come che ti prenda un po’ in giro, ma io non ci faccio caso e lo lascio fare cercando di mantenere una buona convivenza. Il mio aiutante egiziano Jimmi anche lui ride sotto i baffi, mi ha chiesto se può usare la stanzetta per non tornare tutti i giorni a Roma; io gliela concedo volentieri anche perché così magari riesce ad arrivare più puntuale, gli ho pure regalato un orologio per controllare i suoi tempi. A volte viene a cena con noi in pizzeria e tocca pagargli anche da mangiare. Lui si fuma il narghilè egiziano e dice che ci mette dentro la ‘ciccia’ nel suo dialetto dell’antico Egitto.
Il lunedì per me è sempre una giornata di riposo e solitamente fuggo da Fregene; inforco la mia moto Honda Night Hawk 500 blu e me ne vado piegando a destra e a manca verso il Lago di Bracciano; ho un amichetta che è voluta venire con me e la porto volentieri, è carina, piccoletta e come zavorra attaccata dietro di me come una colla asseconda molto bene i movimenti della guida, si sente che gli piace andare in moto. Dopo una sosta nelle baiette di Trevignano, ci appartiamo e ci arrotoliamo per un po’ tra l’erba alta dopo aver mangiato panini deliziosi e bevuto una birretta fresca. Al ritorno la moto fischia, Paoletta sembra a suo agio ed io mi lascio trasportare in una guida più veloce buttandomi più veloce in curva, ma sempre in sicurezza cercando traiettorie precise ed evitando le buche e gli avvallamenti della strada. Su viale Castel San Giorgio, appena usciti dalla Via Aurelia verso Fregene che conosco in ogni piccolo particolare, vedo davanti a me una moto della polizia; è un po’ più lenta della mia andatura quindi, dopo essermi avvicinato, faccio un sorpasso; davanti a me la strada si stende su un piccolo rettilineo, do un filo di gas in più, davanti a me c’è la curva del vivaio di Maccarese, qui vedo l’altra moto del ‘gemello’ poliziotto che raggiungo in fretta frenando all’ultimo momento; il poliziotto davanti a me, che mi vede arrivare, frena di botto e per poco non lo tampono. Alza la mano in segno di fermarmi, accosto e metto il cavalletto. Mi dice che andavo troppo veloce, anche se ero dietro a lui per un po’ di strada cercando il momento per superarlo. Mi scuso dicendo che pensavo che la sua velocità fosse di riferimento, mentre nel frattempo sopraggiunge il suo collega dicendo di essere stato superato a sua volta a più di 100 km all’ora; rinnovo le mie scuse non essendomi accorto dell’infrazione. Mi mandano via per fortuna senza multa, ma solo con la raccomandazione di andare più piano.
Al Villaggio dei Pescatori nella mia casetta nei fine settimana arrivano spesso amici a farmi visita; con i cani ce ne andiamo spesso in mezzo al bosco di fronte casa per fare una passeggiata e notiamo che cominciano a svegliarsi gli animaletti della macchia mediterranea. Scorgo orme di istrice e sinuosi attraversamenti tra un cespuglio e l’altro di serpenti vari, serpi, vipere e frustoni che vivono tra i meandri della macchia. Mentre camminiamo raccogliamo alcuni asparagi selvatici che spuntano dai macchioni, dei licheni che uso per fare un buon infuso da bere caldo. Passando per la foce dell’Arrone al ritorno camminiamo lungo spiaggia, è un giro che faccio spesso tra il bosco e il mare, trovando netti contrasti tra i colori e nei profumi.
C’è sempre una gran daffare nella mia casetta nei fine settimana, anche troppo a volte; quando non riesco a trovare un po’ di privacy sono a letto con la mia ragazza. Fanno scherzi ‘gli amici’ grattando la tapparella della finestra che dà sul giardinetto, però questa volta si sono letteralmente fatti la cacca addosso. Dopo due o tre volte che grattavano le tapparelle ho improvvisamente aperto di botto arrotolando in un solo colpo l’avvolgibile, tirando fuori le due canne sovrapposte del mio fucile da caccia. “O no… buono che fai!”dice Pisellino spaventato, tutto termina per fortuna con una gran risata. La sera ci cuciniamo sempre qualcosa di buono, il mio vicino Mauro Paparella porta un bel rombo da fare al forno e una chilata di cozze per fare la sua pasta deliziosa. Siamo un bel gruppetto stasera, Luigi, Marcello, Claudio, Massimo e Mauro che si aggrega per condividere il ben di Dio che abbiamo sulla tavola, da Lui gentilmente offerto. Il nostro gruppo è sempre condito da belle compagnie, ragazze che arrivano a volte accompagnate con qualcuno di noi a volte da sole per cercare di ridere insieme all’allegra brigata. Come spesso succede al mattino, il profumo del caffè invade l’aria all’interno della casetta in Via Silvi Marina 131, ne segue, di rito, una passeggiata per guardare il mare; oggi c’è tramontana, possiamo uscire con gli slalom più tardi, il vento sotto costa è rafficato, ma come ci si allontana di cinquecento metri il vento si stende e le tavole planano sul mare piatto.
Oggi al circolo c’è anche il ‘professore’ Paolo D’Alessandro con suo figlio Andrea che stanno armando le vele; è sabato e arriva anche il ‘tennista’ Massimo con il suo amico Enrico entrando dalla porta di ingresso che scricchiola e si chiude dietro con un colpo sordo. L’aria è fresca, il cielo azzurro, l’odore dei pini arriva fin dentro al mare. I bagnanti cominciano ad affollare la spiaggia, mezzi intirizziti sotto le fresche raffiche del vento da nord. Sono in acqua a controllare che tutti si divertano e che nessuno si allontani troppo dalla visuale, il vento spinge al largo e se si dovesse rompere un pezzo dell’attrezzatura da windsurf sarebbe un problema ritornare a terra. Per questo dico a tutti di rimanere a vista e non tirare bordi troppo al largo. Alcuni vengono a prendere la tavola per andare a Trevignano dove l’uscita è più sicura e il vento più steso. Nel frattempo arriva anche Enzo, il nostro idraulico, con la sua famigliola, ha sistemato la caldaia che produce acqua calda per le docce e il riscaldamento convertendola da gasolio a gas, abbiamo dovuto far mettere un bombolone del gas fuori del cancello d’entrata.
C’è una bella atmosfera oggi, con calma arrivano anche altri soci, Gianluca Santilli con la moglie e Walter Caprara, anche lui con moglie e figlioletta. Abbiamo dei lettini che i soci possono usare per far star bene le mogli e le donne. C’è anche Pierluigi Betturri che mi chiede per favore se posso armargli la vela, lo faccio volentieri anche se è un lavoro che, anche per la sua sicurezza, dovrebbe farsi da solo, ma si fida ciecamente di me.
Ed ecco anche Carletto Baldassarri sorridente come sempre: mi ricorda di quanto io sia stato importante per lui; l’ho aiutato a superare le sue ansie d’amore cominciando a fare windsurf con gli esercizi di equilibrio del ‘cavallo imbizzarrito’ e la sua mente si svuotava completamente da tutti i pensieri che lo opprimevano.
La stagione scorre veloce, siamo già a fine luglio e tra poco ci sarà il campionato italiano master funboard a Marina di Ravenna; vorrei partecipare, ma è un po’ complicato in piena stagione. Chiedo a Enzo se mi può prestare la sua tavola, una Fanatic 135 litri, un po’ di volume in più mi aiuterà a planare prima, so che da quelle parti solitamente i venti sono leggeri. Porterò due vele la 7.8 e la 6.8 Art e un’altra tavola da slalom di 100 litri. Verrà con me il mio fedele cagnetto Lillo a farmi compagnia durante il viaggio e per i due giorni del campionato.
In quattro e quattr’otto mi organizzo e parto, la mia Golf è carica e il viaggio scorre con la musica di Pino Daniele… ‘je so pazzo’… Giunto a destinazione trovo alloggio in una stanzetta a pochi passi dal club nautico di Marina di Ravenna animato da Giovanni Forani. Sembra che ci sia anche lui in regata con me ed essendo ‘local’ credo che sarà uno dei miei avversari più temibili. Al mattino tutto è pronto, gommoni, bandiere, gli atleti armano le vele; io ho solo la 7.8 e la 6.8 Art. Verso le 11:30, orario previsto per la prima prova, il vento è al limite. Sulla linea di partenza siamo una ventina tra master e juniores… al suono della sirena si parte, imbocco il lato sinistro mentre tutto il gruppo procede in quello destro; continuo fino a cercare la line-up voltandomi spesso per controllare la boa di bolina, l’angolo sembra buono, non vedo incroci possibili quando arrivo a virare verso la prima boa. Mi giro in cerca dei miei avversari che sono sottovento di circa duecento metri, sono primo senza essermene accorto. La tavola presa in prestito da Enzo plana veloce verso la boa di poppa, mi allargo un po’ per cercare di continuare la planata tenendo costante la velocità, strambo verso la boa che segna il primo giro e continuo tranquillo fino all’arrivo con un distacco ormai di 500 metri dal resto del gruppo. E vaiii… non pensavo proprio di inanellare tre primi posti nelle tre prove di course race. Domani ci sarà lo slalom, si vocifera che ci sarà più vento. La sera l’organizzazione ha offerto una bella cena con pesce e con le famose piadine romagnole. La musica suona ritmi caraibici; ci si diverte in balletti scherzosi e nelle risate che risuonano tra i divanetti della disco Blu… meglio non bere troppo stasera. Me ne torno in albergo, prima di andare al letto facciamo un bella passeggiata con Lillo nelle stradine di Marina di Ravenna, c’è odore di salsedine e fiori di bouganville nel buio tra i vicoletti solitari della cittadina. Al mattino la sveglia è presto, si fa un’altra bella passeggiata in riva la mare; Lillo si fa un bagnetto, tutto tace ancora, i bagnini sistemano le file dei lettini dando un’occhiataccia a Lillo che passa tra gli ombrelloni. Dopo una colazione con i fiocchi compresa nel costo della stanza d’albergo, faccio la borsa, saluto e mi incammino verso il parcheggio dov’è la mia macchina per prendere il necessario e prepararmi alla seconda giornata di regata. Il vento arriva verso le 12, un termico con raffiche di 16 nodi, siamo sulla linea quando suona la sirena della partenza; parto un po’ lentamente prendendo velocità più tardi dei primi tre concorrenti, sono in quarta posizione nel giro sulla prima boa dove, grazie ad una strambata stretta, supero due avversari; Giovanni Forani è davanti a me, è veloce ma abbiamo lo stesso passo e lui continua a tenere la distanza; all’arrivo siamo ingaggiati, ma Giovanni arriva davanti. Bella regata, divertente, la seconda prova partiamo solo in 4 finalisti, Giovanni è nuovamente più rapido a prendere velocità, sono ancora secondo tenendo la posizione fino alla fine. Concludiamo lo slalom stringendoci la mano dopo l’arrivo, sulla spiaggia una folla di spettatori applaude il surfista locale per la sua vittoria. Siamo a pari punti e perciò vincitori del campionato master funboard 1995 a pari merito. La premiazione davanti al sindaco con la consegna del trofeo dalle mani di una splendida damigella in un fantastico abito blu indaco. Saluti e congratulazioni all’organizzazione e a tutti i partecipanti, nella categoria juniores vince Alessandro Venturelli, un astro nascente del windsurf locale, che saluto augurandogli una lunga carriera. Al ritorno lungo la via che attraversa gli appennini medito sulla regata e sul risultato ottenuto senza che me lo aspettassi; sono venuto per staccare un po’ dalla routine del circolo di Fregene con il mio fedele compagno Lillo, ma senza sperare in nessun risultato e il risultato, magicamente, è arrivato. Ma fosse proprio questo l’approccio giusto per ottenere la realizzazione dei propri sogni e desideri, il non ‘attaccamento’? Potrebbe essere un forte segnale da seguire in futuro… difficile, ma non impossibile.