Gli incentivi per gli impianti fotovoltaici sono tornati in vigore quest’anno dopo avere esordito nel 2005: all’epoca erano stati introdotti per fare da volano per lo sviluppo dell’energia solare nel nostro Paese. In effetti, tra il 2007 e il 2011 è stato registrato un aumento della potenza installata pari al 258%. Il 2013 era stato l’ultimo anno degli incentivi, ma nel 2018 essi hanno fatto di nuovo capolino, erogati sempre attraverso i Conto Energia. Tali finanziamenti statali, che sono destinati a coloro che decidono di installare un impianto fotovoltaico, rappresentano un buon motivo per affidarsi alle rinnovabili.
Nel nostro Paese il numero degli impianti fotovoltaici sta conoscendo una crescita costante, e ciò vale in maniera specifica per quelli domestici. Stando ai dati resi noti da Enea relativi al 2017, in Italia sono stati installati, lo scorso anno, 409 mWh di fotovoltaico, praticamente più del 10% in più rispetto al 2016. Gli impianti residenziali che non superano i 6 kW rappresentano circa l’85% del totale: facile intuire che una delle ragioni di queste cifre va individuata nelle detrazioni fiscali concesse per la riqualificazione energetica, pari al 65%.
Gli incentivi nel 2018
A fronte di questo trend positivo, viene spontaneo domandarsi per quale motivo si sia avvertita la necessità di un ritorno agli incentivi. Previsti nel Decreto Fonti Energetiche Rinnovabili, essi fanno parte della Strategia Energetica Nazionale che è stata emanata dal Mise lo scorso novembre: il traguardo che il Ministero dello Sviluppo Economico intende raggiungere è la riduzione delle emissioni di gas serra dell’80% entro il 2050, in linea con quanto previsto dagli impegni di Kyoto. Insomma, per il progresso del Paese il cambiamento ambientale viene ritenuto un driver fondamentale. Per una volta l’Italia può dire di aver “fatto i compiti a casa” in questo ambito: è stato raggiunto, per esempio, lo scopo di coprire con fonti rinnovabili il 17% dei consumi elettrici, un traguardo conseguito nel 2015, e cioè con un anticipo di 5 anni rispetto a ciò che imponevano le direttive continentali.
La strategia per il futuro
Mentre sul sito energienuovesrl.it è possibile conoscere più da vicino le caratteristiche e le potenzialità degli impianti fotovoltaici, vale la pena di conoscere i punti più significativi della strategia che dovrà essere attuata negli anni a venire. Prima di tutto sarà necessario abbassare la differenza del prezzo di energia, e per riuscirci ci sarà bisogno di incrementare gli investimenti compiuti nelle fonti rinnovabili. In base al mercato, le azioni da intraprendere saranno diverse: per esempio per il comparto industriale sarà studiata una campagna di diagnosi ad hoc per le piccole e medie imprese, mentre per il mercato terziario sarà messa a punto una riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica; infine, per il residenziale sarà previsto un Fondo Garanzia nuovo, con nuovi criteri dell’Ecobonus.
Gli altri obiettivi
Entro il 2023, sarà necessario conseguire la decarbonizzazione del sistema elettrico, in virtù di una serie di interventi che avranno lo scopo di ridurre l’inquinamento e di tutelare il paesaggio: l’obiettivo è di dire addio alle centrali di carbone in modo definitivo, in conformità all’Accordo di Parigi del 2015 finalizzato a evitare che la temperatura del pianeta aumenti di più di 2 gradi. Infine, ultimo ma non meno importante aspetto, la quota di dipendenza energetica dai Paesi stranieri dovrà calare: allo stato attuale è una delle più elevate in tutto il continente europeo, essendo pari al 76%. Entro il 2030, secondo il documento della strategia, la quota di dipendenza dovrà scendere di 12 punti percentuali, per arrivare al 64%. Anche in questa ottica saranno investiti 35 miliardi di euro al fine di aumentare le fonti rinnovabili.