La crescita delle richieste di surroga e il boom del tasso fisso: sono queste le tendenze più importanti che riguardano oggi il settore del mercato immobiliare. E non è tutto, perché un gran numero di istituti di credito ha ripreso a mettere a disposizione mutui pari al 100 per cento del valore delle case, mentre in precedenza di solito non si andava oltre l’80 per cento. La differenza tra il tasso variabile e il tasso fisso, nel frattempo, si fa sempre meno consistente.
I numeri dei mutui in Italia
Nel mese di settembre che si è da poco concluso, l’importo medio richiesto per i mutui nel nostro Paese ha superato i 133mila euro, con i richiedenti che avevano un’età media di poco più di 41 anni. Per quel che riguarda la durata media dei piani di ammortamento, invece, si parla di circa 21 anni.
Cosa è cambiato per i tassi
I tassi che le banche hanno proposto nel 2018 ai clienti sono stati decisamente contenuti, e ciò è vero a maggior ragione per i mutui fissi. La ragione di questo fenomeno deve essere individuata nella riduzione dell’IRS, vale a dire l’Indice Europeo che governa il trend dei finanziamenti. Come detto, i mutui a tasso fisso si sono avvicinati di molto a quelli a tasso variabile. Non è un caso, dunque, che il 93 per cento delle persone che hanno richiesto un mutuo abbia scelto di puntare sul tasso fisso, ottenendo in questo modo delle condizioni interessanti per tutta la durata del finanziamento senza correre il rischio di vedere aumentare la rata nel corso del tempo.
I mutui al 100 per cento
Come si è accennato, nelle scorse settimane più di un istituto di credito ha ricominciato a offrire mutui al 100 per cento del valore delle case, senza che ci sia stato bisogno di fare riferimento al fondo casa e con tassi tutto sommato bassi se messi a confronto con quelli applicati in passato. Ciò vuol dire che non c’è bisogno di ottenere la garanzia dello Stato per usufruire di questo tipo di credito, a differenza di quel che avveniva in precedenza, quando per accedere a un mutuo al 100 per cento si era costretti ad accettare un tasso di interesse poco conveniente o comunque a optare per il Fondo Garanzia Prima Casa. Ciò, come si può intuire, è una notizia positiva, anche perché le risorse del Fondo non sono infinite e di solito si esaurivano prima che tutte le richieste potessero venire soddisfatte.
Il boom della surroga
L’aumento del numero di surroghe ha toccato i livelli che erano stati riscontrati nel 2015. La domanda di mutui è stata stimolata, senza alcun dubbio, dalla diminuzione dei tassi di interesse, che ha incentivato non solo chi aveva bisogno di un mutuo nuovo, ma anche chi era già un mutuatario e avvertiva il desiderio di cambiare banca per provare a ottenere delle condizioni più convenienti.
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