Niente più tunnel sottomarino, dunque, “la soluzione” sulla quale amministrazione comunale, associazioni di categoria, balneari, tecnici del Consorzio di Bonifica Tevere Agro Romano e dell’assessorato regionale all’Ambiente, si erano trovati d’accordo. Almeno fino a qualche anno fa, tanto da arrivare al finanziamento dei lavori del primo lotto, per un importo di un milione e 17 mila euro, con progetto esecutivo approvato dal consiglio comunale il 26 giugno del 2006. Al suo posto, recita la delibera ora approvata, si interverrà su <<l’impianto idrovoro di Focene di sollevamento e trattamento delle acque di magra>>, per la realizzazione del quale la Regione ha confermato un identico stanziamento in favore del comune di Fiumicino. Inevitabili le polemiche per un dietro front adesso formalizzato. <<Gli uffici legali stanno valutando la nuova delibera per vedere se ci sono gli estremi per un ricorso al Tar – attacca il sindaco di Fiumicino Mario Canapini – si tratta di una decisione assurda. Dopo tutto questo tempo, con l’iter del progetto ormai completo, si butta via il paziente lavoro fatto. A questo punto l’assessore regionale all’ambiente Filiberto Zaratti ci deve spiegare come intende risolvere il problema inquinamento marino del nostro litorale, di Fregene e Focene in particolare. E non ci venga a dire che la soluzione è la fitodepurazione. Negli anni passati sono stati buttati al vento decine di milioni di euro senza ottenere alcun risultato>>. Perplessità e delusione anche tra i balneari. <<Sapevamo che sulla condotta sottomarina alla Regione non c’era sintonia – commenta Armando Fabbri del Sindacato Italiano Balneari – ora arriva l’ufficialità. A questo punto vorremmo capire quali sono i provvedimenti che si intendono adottare. Dalla task force, istituita nell’estate del 2006 da Zaratti per l’emergenza inquinamento, finora si è visto poco e niente. Servono interventi strutturali per risolvere il problema definitivamente e la condotta era una seria soluzione>>. Nel progetto approvato la condotta avrebbe scaricato le acque dei canali del Consorzio di Bonifica a circa 2 chilometri dalla costa. Prima sarebbero state trattate e depurate dalla sostanze più inquinanti, quindi un diffusore le avrebbe immesse ad una profondità di 12 metri. Una proposta approvata nel 2004 dalla giunta Storace ma non confermata adesso dalla stessa Regione che punta su un trattamento a terra degli scarichi  <<necessario ed inderogabile per sopravvenute ragioni di pubblico interesse attinenti questioni di ordine igienico-sanitario>>. <<Ma la soluzione è stata adottata con successo in molte località italiane – replica l’ingegner Leonardo Rotundi, ex presidente della Pro Loco Fregene – da Portofino a Punta Ala, da Positano alla Maddalena, a tutti i comuni dell’isola di Ischia. Tutte località dove la alta considerazione delle risorse ambientali, oltre che dato di civiltà, è accorta protezione delle ricchezze naturali>>. (di Fabrizio Monaco, Il Messaggero 28 Ottobre).