“Se un uomo attraverso la parte migliore del suo occhio guarda con attenzione la parte migliore dell’occhio di un altro, riconosce se stesso”. Una frase di Platone che descrive bene quanto possa essere labile la barriera posta di solito tra le persone. La prova si è avuta proprio durante questa emergenza sanitaria: tanti, uomini, donne, ragazzi, si sono prodigati in un modo straordinario per gli altri, per chi è in difficoltà. Una solidarietà reale, spontanea, formidabile che deve far riflettere sul potenziale di questa nostra società civile. Sui “cittadini” spesso accusati di essere distanti, individualisti e poco inclini ai temi sociali e che invece quando trovano una giusta causa, un contesto di fiducia, credibilità, manifestano un vigore straordinario che scalda il cuore e dimostra che cambiare è possibile, adesso.

Tra le tante storie di questo coronavirus ce n’è una che è rimasta dietro ai riflettori e che invece deve essere rivelata, nella forma opportuna, per rafforzare questo patrimonio di umana solidarietà. Quella di M., un ventenne universitario romano che ha deciso di dare il suo aiuto come soccorritore nel momento più critico dell’emergenza Covid-19, a testa alta, preoccupato come tutti, ma orgoglioso di esserci.

Dopo giornate di grande impegno e tensione, a un certo punto si è dovuto fermare, per precauzione è stato messo in quarantena ma la sua famiglia, alle prese anche con nonni anziani, non poteva ospitarlo. E qui arrivano i nostri anonimi angeli (per loro volontà perché noi avremmo fatto delle gigantografie). M. è stato ospitato gratuitamente da una donna nella sua casa vacanze di Fregene. Come un figlio accudito e coccolato, anche grazie all’aiuto di uno chef e ristoratore che si è prodigato a rifornirlo ogni giorno di generi alimentari e più spesso di pietanze pronte e cucinate per tutto il periodo di quarantena.

Alla catena do solidarietà si è aggiunto anche il gestore di un bar tavola calda che non gli ha fatto mancare cornetti caldi a colazione, caffè, cappuccini e spuntini vari.

Una storia finita bene perché M., fatto il tampone, è risultato negativo al virus. Lui e i suoi genitori non sapevano come fare per ringraziare questi nostri anonimi angeli. Lo facciamo anche noi per conto della nostra comunità locale. Orgogliosi di voi, grazie di cuore!