Il 20 luglio abbiamo pubblicato, riportata dalle agenzie di stampa, la notizia delle offese rivolte a una coppia gay allo stabilimento della Marina Militare di Fregene. Secondo quella ricostruzione i due ventenni si stavano scambiando un bacio al mare per immortalarlo in un selfie. A quel punto sarebbe scattata la minaccia di un bagnante vicino d’ombrellone di chiamare il “maresciallo dirigente per farli cacciare”.

Avevamo riportato anche il commento, raccolto dalle stesse agenzie, di Fabrizio Marrazzo, responsabile del Gay Center: “Quanto accaduto è molto grave – aveva detto – perché ancora oggi una coppia Lgbt non è libera di passare qualche ora di svago in serenità, senza sentirsi offesa o minacciata. Pertanto chiediamo ai gestori dello stabilimento di prendere le distanze dai fatti e di proporre ai bagnanti di farsi dei selfie dove si baciano in segno di solidarietà alla giovane coppia”.

Ora pubblichiamo l’altra versione dei fatti, quella arrivata da un responsabile dello stabilimento della Marina Militare che ha raccolto la testimonianza diretta della persona che avrebbe minacciato la coppia di “chiamare il dirigente”.

“Ho assistito a quanto segue: Due ragazzi di giovane età, poco distanti da noi, provvedevano a spalmarsi la crema protettiva reciprocamente in modo ambiguo e fuori luogo, con massaggi ben visibili che arrivavano anche alle parti intime, con lo stupore dei bambini che assistevano a quanto stava accadendo.
Dopodiché si sono stesi sul lettino e uno dei due, allungando in maniera ripetuta il piede lateralmente, andava a toccare le parti intime dell’altro con insistenza e con l’intento di stimolarlo. Noncuranti della presenza dei bambini, i due giovani hanno iniziato a scambiarsi effusioni amorose in maniera sempre più spinta, toccandosi le parti intime di fronte a tutti i bagnanti.
Valutato quanto detto, nel rispetto del buon costume, della serietà istituzionale dello stabilimento e nella tutela dei minori, ho sollecitato educatamente i due ragazzi a mantenere un atteggiamento consono all’ambiente, nel rispetto del decoro e indiscriminatamente in relazione al loro orientamento sessuale, smentendo dunque l’accusa rivolta al sottoscritto di aggressione omofoba.
Nel ribadire quanto affermato, preciso che, nell’eventuale insistenza del comportamento suddetto, avrei provveduto a chiamare chi di dovere per farlo intervenire. Dichiaro quindi quanto detto e prendo le distanze dal racconto distorto e menzognero esposto dai due ragazzi o chi per loro, avente scopo di strumentalizzazione e scalpore mediatico”.

Per completare, aggiungiamo anche la lettera inviata dalla giornalista Alessandra Rissotto al sindaco Esterino Montino per il suo commento dell’episodio.

Egregio Signor Sindaco, da giornalista mi permetto di suggerire che una notizia ha fondamento quando si sono sentiti tutti i protagonisti. Si è data voce ai testimoni della vicenda che non è certamente un caso di omofobia come superficialmente e frettolosamente si è scritto?
La cronaca: pomeriggio del giorno 11 luglio, stabilimento della Marina Militare a Fregene. Due giovani si scambiano effusioni che, al di là del sesso, sono sempre fuori luogo. Intorno a loro famiglie, bambini, nonni. Sono certamente stati invitati a contenersi e di loro spontanea volontà si sono rivestiti e allontanati. Dove sta l’omofobia? In Liguria un ragazzo e una ragazza che amoreggiavano su uno scoglio hanno richiamato diverse pattuglie di polizia. Si tratta di eterofobia?
Aggiungo già che ci siamo che, per fortuna la Marina non soffre neppure di forme di razzismo, basta frequentare il belvedere del bar per constatare i colori della clientela.

Alessandra Rissotto