Gli ultimi tre film della rassegna “Cinema x Noi” per motivi logistici, vista la contemporaneità di eventi musicali in via dei Pastori, verranno proiettati nella sede della Biblioteca Gino Pallotta di Fregene in via della Pineta,140. Il primo degli ultimi tre appuntamenti è in programma venerdì 11 Maggio alle ore 21.00 con la proiezione del film “Precious” di Lee Daniels.

La trama: Precious Jones ha diciassette anni, un corpo obeso e un figlio nel ventre (il secondo ed entrambi sono frutto di incesto). A scuola viene derisa dai compagni anche perché non ha ancora imparato a leggere e scrivere. A casa la madre non solo non la difende dalle violenze paterne ma la accusa di averglielo rubato oltre a cercare di ostacolare in ogni modo i suoi tentativi di riscatto dall’ignoranza. Precious però, solo apparentemente ottusa, tiene duro. Accetta l’offerta di iscriversi a una scuola con un programma speciale dove finalmente comincia ad apprendere come leggere e scrivere e, soprattutto, decide di tenere il bambino. La strada verso l’autodeterminazione non è però facile. Una vera sorpresa positiva questa opera seconda di Lee Daniels. Ispirato a un romanzo di Sapphire il film non ha nulla di letterario e non a caso, prima di essere presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard, ha vinto al Sundance il Premio del Pubblico e il Gran Premio della Giuria. Entrambi meritati perché questa storia di ordinaria violenza domestica e sociale è narrata con uno stile decisamente originale e si avvale di una protagonista che riesce a trasformare il proprio problema fisico in una risorsa di indubbio impatto. Se vedendola comprendi come il mondo che la circonda possa trovare più di un’occasione per deriderla, Daniels riesce a farti aderire immediatamente all’universo dei suoi desideri non facendo ricorso a un facile pietismo ma lavorando sul suo immaginario.
Precious è una ragazza di diciassette anni prigioniera di un corpo fuori misura che però non si sogna magra. Il suo universo ideale ha altri territori in cui cercare percorsi diversi da quelli ormai a lei ben noti della brutalità di una vita in cui domina l’ignoranza. Perché Daniels riesce a farci quasi respirare un clima saturo di un odio e di una perfidia dettati dalla totale mancanza di un benché minimo orizzonte culturale. Lo fa però con la leggera profondità di chi sa che si può trovare uno stile piacevole per proporre riflessioni su temi gravi. Riuscendoci.