Gentile Presidente Francesco Rocca,

abbiamo letto e ascoltato le Sue recenti affermazioni in ordine alla quarta pista dell’aeroporto di Fiumicino, in cui esprime la condivisibile necessità di basare la decisione nel merito su un’attenta valutazione dei dati tecnici piuttosto che su pregiudiziali ideologiche.
Come Comitato FuoriPISTA, che da oltre 15 anni si oppone non allo sviluppo ma all’ampliamento dell’aeroporto al di fuori dell’attuale sedime, siamo ormai conosciuti proprio per la nostra ostinata e comprovata attenzione ai dati scientifici e tecnici.

Questo è vero per i dati relativi al traffico aereo e alle capacità di assorbire l’aumento previsto dei movimenti (atterraggio e decollo) con le attuali 3 piste: dati che smentiscono nettamente la supposta saturazione di Fiumicino, anche nel caso in cui si vogliano considerare affidabili le previsioni di crescita di AdR, che al contrario nei fatti si sono sempre rivelate fallaci. È quanto le scrivevamo nella nostra Lettera aperta dello scorso 9 febbraio, che alleghiamo alla presente.
La nostra predilezione per i dati è vera anche per quanto riguarda l’impatto sull’ambiente e la conoscenza e il rispetto delle norme giuridiche che lo tutelano.

La quarta pista, infatti, è già stata bocciata dalla Commissione VIA/VAS (Parere n. 3158 del 25 ottobre 2019, poi fatto proprio dal Decreto del ministro dell’Ambiente del 21 agosto 2020) – oltre che dalla sentenza del TAR del Lazio del 12 marzo 2021 – sia perché avrebbe impattato sulla Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, all’interno della quale non possono invece essere costruite infrastrutture di sorta, ma anche perché non era stato effettuato – come di dovere (Direttiva VIA 2011/92/UE e 2014/52/UE) e dal Codice dell’Ambiente (D.Lgs. 152/2006) – lo studio a “zero consumo di suolo”.
E veniamo alla attuale proposta di ENAC/AdR di compensazione finalizzata a eliminare dal vincolo della Riserva 150 ettari per costruire la quarta pista.
Anche qui i dati parlano chiaro: viene proposto di acquisire 150 ettari di pregio, aree umide e agricole, offrendo in cambio terreni in numero minore e di pessima qualità ambientale che pertanto non possono essere qualificati “agricoli”- come invece richiede il Decreto istitutivo della Riserva all’art.2 – spezzettati e dislocati in zone in gran parte all’interno del sedime, che non consentirebbero in alcuno modo, come invece richiesto per legge, di fungere da corridoi ecologici di collegamento tra le aree di tipo 1 della Riserva.

Infine, sempre nel rispetto dei dati tecnici e giuridici, la ventilata “riduzione della rumorosità dell’80%” promessa da ENAC/AdR, può essere presa in considerazione solo se attestata dagli organi competenti, cioè dalla Commissione Aeroportuale, e fondata sui dati rilevati dall’ARPA. Si ricorda che la Commissione Aeroportuale è ferma al 2004, quando ha definito l’impronta acustica su dati del 2000. E questo avviene nel maggior aeroporto del Paese!
Se effettivamente, nei prossimi decenni, si dovesse arrivare alla saturazione di Fiumicino, con un traffico superiore agli 80mni di p/a (una crescita di ben 2/3!), la soluzione a nostro avviso sta nell’individuazione di un terzo aeroporto tra quelli esistenti nella Regione Lazio, dove trasferire parte dei voli a corto-medio raggio. Una scelta che dovrebbe essere messa in atto già oggi. Non è pensabile, infatti, che Fiumicino possa espandersi all’infinito, senza aver prima verificato l’impatto sulla salute, tanto più in assenza di un sufficiente sistema di monitoraggio dell’inquinamento acustico e atmosferico e in mancanza delle indispensabili indagini epidemiologiche sulla salute della popolazione che vive nel dintorno aeroportuale, mai predisposti dalla Regione Lazio, pur sapendo che la letteratura scientifica ha ormai attestato i danni che l’inquinamento aeroportuale provoca sulla cittadinanza esposta.

Ringraziandola per l’attenzione, rinnoviamo la nostra richiesta di un incontro per approfondire queste tematiche e chiederle, come Presidente della Regione, un suo impegno affinché anche i cittadini di Fiumicino possano veder garantito il proprio diritto alla salute.

Comitato FuoriPISTA