“Nel ribadire lo stato di mobilitazione permanente dei cittadini di Fiumicino – Cerveteri – Ladispoli – Anguillara – Bracciano, che subirebbero i nefasti effetti dalla ipotizzata discarica di Palidoro e dell’annunciato inceneritore di Castel Campanile, facciamo appello a tutte le realtà territoriali ancora poco sensibili al disastro progettato da Alemanno e Polverini e reso possibile dalla giunta Canapini già dal 2008 – dicono i membri del Comitato Rifiuti Zero Fiumicino – In particolare facciamo appello ai cittadini di Roma, che sono i  produttori delle 1.500 tonnellate annue di rifiuti indifferenziati che arriverebbero a Palidoro, e che subiscono gli effetti della mancata volontà politica di passare dal “sotterrare mondezza” al “produrre materia riciclata” di giunte comunali opposte succedutesi nel tempo. Solo l’inversione del ciclo industriale dei rifiuti laziali e romani in particolare può risolvere la situazione di prossima emergenza, determinata dall’inerzia delle istituzioni locali in materia di avvio della raccolta differenziata porta a porta estesa e spinta in tutto il Lazio e di mancata realizzazione di impianti di riciclo e compostaggio. La perpetuazione del ciclo industriale cassonetto-discarica-inceneritore è chiaramente funzionale ad una gestione disastrosa, come testimonia la discarica di Malagrotta e tutti i siti laziali oggi esauriti, che avvantaggia un pugno di industriali barattandola con la salubrità del territorio e dei cittadini, la prosecuzione delle attività agricole biologiche, il dimezzamento del valore immobiliare delle case ed il declino annunciato di un pezzo pregiato di campagna e di litorale storico romano. L’alternativa oggi esiste e si chiama Rifiuti Zero, significando la strategia che partendo dalla riduzione arriva al riuso, al riciclo ed al recupero di materie prime come carta – plastiche – metallo –vetro di cui abbiamo estremo bisogno, e che può sviluppare una nuova filiera industriale che parte da materie prime-seconde che costano dieci volte meno, impiegano venti volte l’occupazione locale, utilizzano tecnologie meccanica ad Impatto Zero, e possono davvero riavviare una competizione economica con i mercati orientali e ridare lavoro e dignità alle nuove generazioni strappandole al destino di precarietà”.