Non li accetta più nessuno. Oltre ad essere ingombranti( l’opera omnia comprende due tomi di migliaia di pagine), sono superati dal computer che garantisce la velocità delle relazioni interpersonali e sociali, e una gamma inesauribile di chance. Rintracciare un numero telefonico è cosa da dilettanti, lo sanno fare anche i detrattori del diabolico mezzo moderno, di solito pasionari dell’epoca che fu, in questo caso concordi nell’ammettere che internet ci fa risparmiare tempo e denaro ( per l’acquisto di mobili di supporto alla voluminosa bibbia degli abbonati). Marciscono sotto l’acqua, sono gli alberi di carta dei cani, nella fase del disfacimento i fogli volano per le strade dando l’agghiacciante sensazione di un paesaggio abbandonato. La Telecom si avvale di zelanti e premurosi “servitori”che ad ogni rifiuto o uscio chiuso rispondono con cortesia “si grazie”. Cosa fare di fronte alla tenacia di questi persuasori nei confronti dell’utente indifeso e assuefatto al sopruso. Non certo maledire chi è indifferente allo spreco vergognoso di carta o chi se ne frega del suolo altrui, generalmente assolviamo i latori di tali “enciclopedie”, però una bella letterina ai signori della Telecom gliela invierei corredata da foto per indurli ad un mea culpa e alla promessa di non reiterare l’atto pena la realizzazione di una scultura con i famigerati elenchi. Con la fortuna che abbiamo noi cittadini di essere ascoltati per le nostre indignazioni finiremo col vincere il primo premio: un elenco telefonico munito di appendice”. (Delfina Ducci)