“Questo era il programma presentato un anno fa ai pendolari laziali da Trenitalia – fa notare Andrea Ricci del Comitato Pendolari Litoranea Roma Nord, Osservatorio Regionale sui Trasporti – Risultato: a metà novembre 2012 sono entrati in servizio solo 2 treni. Invece il piano di revisione è sì, inevitabilmente, partito, ma per il completamento si parla ora della “primavera 2013”. Risultato: dall’inizio dell’anno composizioni ridotte all’osso su linee già di norma sovraffollate, densità umana calcolata (nei vestiboli) in oltre 9 persone a metro quadro (per inciso, il triplo di quella dei carri bestiame dei deportati dai nazisti), malori, treni su cui è fisicamente impossibile salire… È storia di tutti i giorni. Ieri, sulla FR5, il treno proveniente da Grosseto e previsto in arrivo a Termini alle 8.53 ha viaggiato, come spesso avviene, con quattro carrozze anziché con le sei previste (ovvero, 250 posti in meno, contando solo quelli a sedere) e per di più con 2 porte rotte su 8. A Torrimpietra già non si riusciva a salire; a Maccarese una persona si è sentita male, qualcuno in stazione ha tirato l’apertura forzata della porta (è l’unico modo possibile per comunicare col personale del treno quando non ci si può muovere per l’affollamento), bloccandone così una terza. Venti minuti prima di riuscire a ripartire, tra riuscire a far salire (quasi) tutte le persone in attesa e ripristinare la porta. Stessa scena ad Aurelia, dove sono rimaste a terra decine di persone ed il treno non è riuscito a chiudere le porte. Alla fine 36 minuti di ritardo, molti a prendere una metropolitana per l’ennesima volta a servizio ridotto, ma anche stavolta la persona che ha avuto il malore si è ripresa e non è successo niente di più grave dei consueti ritardi al lavoro ed all’università, o nelle coincidenze con altri mezzi di trasporto. È successo. Ma che nel futuro continui ad andare “così bene” possiamo solo sperarlo, vista la situazione. In compenso, i pendolari italiani hanno di che consolarsi con la lettura della lunga pagina di comunicato stampa dedicata di recente dalla FS al giornalista del Financial Times che ha lodato le Ferrovie Italiane perché sui Frecciarossa viene servita spremuta d’arancia fresca…”.