monumento_caduti_russia_media.jpgCon la frenesia dei nostri tempi, e con il consumismo che la fa da padrone, sembra che non ci sia il tempo nemmeno per pensare. Il monumento è li, ci osserva passare, ha l’aria un po’ fredda ma un significato importante: ricorda i caduti della guerra e nello stesso tempo ci rammenta che la guerra non deve più far parte del fare degli uomini. Ben 64 nomi sono incisi nella lapide. Ragazzi di 19 o poco più anni, strappati alle mamme, alle fidanzate, a tutti gli affetti più cari per fare una guerra di conquista assurda. Alcuni hanno perso la vita in Albania, nel Montenegro, in Grecia, nel deserto dell’Africa, o addirittura nella lontana Russia tra gelo e neve, dispersi nella ritirata e mai più ritrovati.Sicuramente rispetto ad oggi sono stati ragazzi profondamente sfortunati. Ora i loro nomi e cognomi sono lì, stampati nel monumento, e quando vi capiterà di passarci davanti trovate il tempo di fermarvi.Leggere quei nomi darà ai più un brivido dentro, da lassù si sentiranno meno soli e sicuramente apprezzeranno. Erano solo dei ragazzi.  di Giovanni Zorzi