La burrasca di questi giorni ha fatto avanzare il mare a livelli mai registrati in precedenza. L’acqua sempre più minacciosa sembra aver stretto in un assedio gli stabilimenti cancellando chilometri di spiaggia. Focene ma soprattutto Fregene sono tra le più colpite, quelle che una volta sembravano costruzioni inattaccabili ora crollano una ad una, pezzo dopo pezzo.
Tra i balneari il clima di sconforto è generale: «Nessuna promessa è stata mantenuta dagli enti pubblici – dicono – doveva arrivare il geotubo, poi un progetto di sistemazione definitiva. Invece è stato tutto teatro con il risultato di assistere solo al crollo di queste strutture».
La mareggiata delle ultime 48 ore ha avuto effetti devastanti, ma quello che impressiona ancora di più è quanto sia ormai avanzata la linea di costa: una massa enorme di acqua impossibile da contenere. Il simbolo dello stato di fatto è lo stabilimento La Nave, la terrazza del suo ristorante è circondata dal mare quasi fosse davvero un panfilo in navigazione. La struttura del Point Break ha ceduto, ieri per la prima volta ha alzato bandiera bianca, invece che sul telaio di legno si è poggiata sulla sabbia, inclinandosi. È ancora miracolosamente in piedi ma bisognerà demolirla e ricostruirla probabilmente molto più indietro. Arretrare, sembra questa l’unica soluzione, perché se non arrivano aiuti esterni di fronte a un attacco così massiccio non si può fare altro che andare indietro.
«Le spiagge laziali si stanno consumando sotto i colpi dell’erosione costiera e la Regione non muove un dito per impedire questo disastro ambientale ed economico – ha dichiarato Fabrizio Santori, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – Ogni giorno ci arrivano segnalazioni disperate da parte di cittadini e operatori balneari di una situazione drammatica con interi tratti di costa ingoiati dal mare. E’ inconcepibile che non si sia nemmeno programmato un piano di intervento sul litorale ormai in stato di abbandono».