
Adesso è arrivata la conferma ufficiale. Il Ministero della Cultura ha dato parere favorevole alla richiesta di variante per la realizzazione del porto turistico crocieristico di Fiumicino. Era l’ultimo passaggio di un lungo iter burocratico iniziato due anni fa, di fatto il disco verde alla realizzazione di un opera da 700 milioni di euro, destinata a cambiare il futuro del litorale romano.
Dopo il via libera della Soprintendenza Speciale per il Pnrr, ora manca solo il decreto della Commissione Via, in pratica un atto dovuto la cui pubblicazione è prevista tra dieci giorni. “Una grande soddisfazione – dichiara Galliano Di Marco, l’amministratore delegato della Fiumicino Waterfront Srl che realizzerà l’opera – prima il nulla osta del Ministero dell’Ambiente e ora quello della Cultura. Entrambi hanno riconosciuto la rilevanza e la qualità del nostro progetto”.
Le osservazioni fatte dalla Sovrintendenza non cambiano le soluzioni previste, si chiede attenzione per le indagini archeologiche preventive e un coordinamento con il Ministero per le autorizzazioni paesaggistiche, del resto le modifiche sostanziali erano state fatte prima in base alle richieste degli enti che hanno fatto salire il costo del 35%.
Un progetto molto ambizioso che vuole trasformare Fiumicino, facendo rinascere dopo duemila anni di storia quell’asse originario tra la Capitale, la foce del Tevere e il Mediterraneo. Perché l’idea della Waterfront è quella di creare una delle più belle marine d’Italia, avendo come riferimento i porti di Antibes, Porto Cervo e Palma di Maiorca. Ci sarà una banchina per la navi crocieristiche, circa quattro partenze a settimana capaci, secondo le stime, di portare solo nel primo anno un milione di passeggeri.
Nella marina non attraccheranno solo navi da crociera ma anche mega e giga yacht di oltre 40 metri di lunghezza e super yacht, da 25 a 50 metri. Otre al diporto per un totale di circa 1.200 posti barca.
Il progetto prevede l’elettrificazione della banchina crocieristica, impianto di shore-power o cold ironing, che consentirà alla nave ormeggiata di spegnere i motori, azzerando le emissioni in atmosfera e il rumore durante la sosta in porto.
Viene escluso nuovo impatto erosivo, visto che gran parte dell’antemurale era stato già realizzato. Tra il dragaggio del bacino e la sua manutenzione saranno disponibili circa 3 milioni di metri di cubi di sabbia destinati a Fregene, con i quali recuperare, dopo la soffolta, circa trenta metri di spiaggia. Il vecchio faro e i bilancioni saranno ristrutturati e messi a disposizione del Comune di Fiumicino.
«Il porto è un simbolo della rinascita di Fiumicino – ha scritto il sindaco Mario Baccini in una lettera aperta – avremo dalla società 15 milioni di euro con cui migliorare i servizi, potremo incassare altri 3-5 euro per ogni passeggero, più gli interventi viari di Anas. Risorse da reinvestire nel territorio, oltre a migliaia nuovi posti di lavoro».
Nel cronoprogramma, dopo l’evidenza pubblica chiesta da Agcom si prevede almeno un anno prima di partire con i lavori, al primo posto c’è la diga foranea, le parti del molo sottoflutto e del molo approdo crocieristico. Poi il dragaggio, il ripascimento a Fregene, il risanamento del Vecchio Faro e via via tutto il resto, per terminare il cantiere nautico entro il 2028.
Al centro del Mediterraneo, con Roma a 20 chilometri di autostrada, l’aeroporto a fianco e intorno siti archeologici unici, la marina di Fiumicino può candidarsi a diventare uno dei primi porti turistici del mondo.