Questo perché nell’ambito del cinquantesimo anniversario della entrata in funzione dell’Aeroporto intercontinentale “Leonardo da Vinci”, la Società Aeroporti di Roma S.p.A. ha consegnato al Presidente della Repubblica alcuni stralci del piano di raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino.  “Sussiste infatti l’assurda circostanza per la quale il piano di raddoppio di ADR è stato presentato a tutti tranne che ai cittadini di Fiumicino, alcuni dei quali direttamente interessati dalle eventuali procedure d’esproprio – fa notare in una nota il Comitato FuoriPISTA –  ADR si rifiuta di stabilire un dialogo aperto ed autentico con la comunità territoriale, priva di argomenti concreti, forte esclusivamente delle proprie relazioni imprenditoriali e politiche”. A riguardo, avendo appreso dalla stampa che la delegazione ADR (Gilberto Benetton, Pierluigi Toti, Beng Huat Ho, Fabrizio Palenzona e Giulio Maleci) ha consegnato al Presidente della Repubblica il programma degli interventi infrastrutturali a lungo termine (2011-2044) dell’aeroporto Leonardo da Vinci corredato da relativa visualizzazione aerofotografica,  il Comitato ha colto l’occasione per chiedere al Presidente Napolitano la gentilezza di voler condividere con i residenti nel Comune di Fiumicino tali planimetrie. Con l’occasione il Comitato FuoriPISTA ha manifestato le proprie critiche al piano ADR evidenziando, tra l’altro, che anche la commissione parlamentare d’inchiesta, istituita con legge 5 maggio 1961, n. 325, espresse seri e motivati dubbi sulla scelta dei terreni su cui è stato realizzato l’aeroporto. “I terreni interessati dal piano ADR per la realizzazione del secondo aeroporto, oltre ad essere sotto il livello del mare, nel recente passato, cioè prima della bonifica idraulica, erano ricoperti da un lago – sottolinea il Comitato FuoriPista-  Aspetti che sono motivo dei vari disagi tecnici che periodicamente interessano la terza pista che è stata realizzata negli anni settanta. Dietro al piano ADR per il raddoppio dell’aeroporto “Leonardo da Vinci” non esiste alcuna motivazione diversa dalla pura speculazione prima fondiaria e poi edilizia”.