Notevole lo schieramento con una decina di pattuglie e motovedetta AV55 in supporto agli uomini in borghese in spiaggia, con il delicato e pesantissimo compito, date le alte temperature, di individuare e fermare i «vu cumprà» intenti a vendere i propri prodotti sulle rive di Fregene. Dopo una breve ricognizione, scatta il blitz a tenaglia che chiude le vie di fuga agli abusivi, disposti sull’arenile a 300 metri di distanza per segnalarsi la presenza delle forze dell’ordine. Nonostante le «buone maniere» dei militari, spesso pur di sfuggire al fermo sono in molti a scappare lasciandosi dietro il prezioso fagotto e costringendo i finanzieri a lunghe corse sotto il sole. Oltre alla denuncia infatti i venditori, se già schedati, rischiano l’espulsione.
«Il lavoro mi serve – ci spiega allora Inatius, senegalese di 40 anni – a casa ho moglie e quattro figli. Con una giornata di lavoro non mi ripago nemmeno il viaggio fin qui. Guadagno circa 40 euro al giorno». Gli chiediamo dove va a rifornirsi delle sue false borse Prada, ma oltre alla nazionalità del fornitore, ovviamente cinese, le bocche in questo caso sono cucite. «Questa è stata solo l’ultima di una lunga serie di operazioni anti-abusivismo condotte sul litorale – spiega Stramentinoli – attività, non necessariamente punitive, che permettono il sequestro di merce illegale e l’identificazione grazie ai rilievi foto-dattiloscopici di quanti più immigrati possibile, in modo da precludere future attività illecite. L’intento è soprattutto quello di fare sentire la nostra presenza alla comunità e al mondo della criminalità». Il bilancio parla di dieci tra senegalesi e cingalesi fermati, 4 denunciati e 6 segnalati; dopo ulteriori accertamenti potrebbero scattare le manette e l’espulsione. Oltre 1000 tra cd e dvd e più di 1000 capi di abbigliamento sequestrati tra orologi e vestiario: a Fregene, a differenza di Ostia, i bagnanti vip possono pretendere perfino le false borse firmate Prada o Dolce e Gabbana. (di Valeria Costantini, da Il Tempo del 30 agosto).