Come un mulo, malgrado le reiterate dichiarazioni stampa di Adr di star lavorando con Enaca un progetto meno impattante di sviluppo dell’aeroporto di Fiumicino riducendo consumo di suolo, Enac si ostina a difendere il suo indifendibile Masterplan 2030 che dovrebbe invadere la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano per oltre 900 ettari e che costituisce la prima metà dell’agognato Raddoppio.
E così si appella al Tar e fa ricorso contro il parere negativo espresso il 26 ottobre scorso dalla Commissione Tecnica VIA del Ministero dell’Ambiente. Tutto legittimo naturalmente, ma del tutto fuori luogo

Evidentemente non sono stati sufficienti tutti i dinieghi già ottenuti ai ripetuti tentativi da parte di un ente statale che fa capo al Ministero dei trasporti e delle Infrastrutture, per rassegnarsi all’evidenza.

Non è bastato fermarsi, all’inizio di questa storia, di fronte all’evidenza che progettare un secondo aeroporto dentro una Riserva Naturale non è cosa sensata.
Non è bastato sapere che la nuova infrastruttura di volo, l’ormai famosa quarta Pista, avrebbe impattato addirittura nella Zona 1 della Riserva, quella di massima tutela e immodificabilità. E questo non a causa,  come falsamente sostenuto da Enac  di fronte ai giudici del Tar e del Consiglio di Stato, della nuova perimetrazione approvata nel 2013, perché sarebbe successo anche con i precedenti confini.
Non è bastato che la Presidenza del Consiglio richiamasse nel 2018 Enac ai suoi compiti istituzionali, contestando il diritto di avanzare ricorso contro la decisione di un altro organo dello Stato, come è il Ministero dell’Ambiente, per perorare la causa di qualcosa che è solo allo stato di progetto.
Non sono bastati i tentativi compiuti da Enac nella primavera del 2018 presso la Commissione Tecnica VIA VAS del Ministero dell’Ambiente, tutti andati a vuoto, per trovare un espediente che permettesse di raggirare il vincolo posto dalla presenza della Riserva al Progetto, e che alla fine sono confluiti nella richiesta, concessa, di una ulteriore dilazione di 10 mesi, nella speranza che qualcosa sopravvenisse.

Ed evidentemente non sono bastate le circostanziate Osservazioni critiche mosse al Masterplan 2030 presentate da Regione Lazio, Comune di Fiumicino, Università, Commissione di Riserva, Associazioni e Comitati locali e nazionali e singoli cittadini.

E naturalmente non è bastato mettere a punto un Progetto Alternativo di sviluppo dell’Aeroporto, elaborato dai tecnici Berra e Di Leo e che il Comitato FuoriPista ha presentato e discusso con gli esperti di Adr, di ENAV, del MIT e dello stesso ENAC, senza che nessuno di questi esperti interlocutori evidenziasse mai incongruenze o incompatibilità, e che garantirebbe l’aumento delle capacità aeroportuali senza fuoriuscite dal sedime attuale e costando molto (forse troppo) di meno.

Nel frattempo, il Senato ha votato all’unanimità (maggio 2018) un ordine del giorno contro l’ampliamento aeroportuale al di fuori dell’attuale sedime, per non parlare dei programmi elettorali con cui il Presidente Nicola Zingaretti ha vinto le elezioni regionali del Lazio e il Sindaco Esterino Montino ha vinto quelle al Comune di Fiumicino, entrambi nettamente contrari al Raddoppio dell’Aeroporto e a favore dell’individuazione di un aeroporto di supporto a Fiumicino per i voli low cost, che dequalificano l’hub intercontinentale e fanno concorrenza sleale alle compagnie aeree.

E sempre nel frattempo anche il Piano di Gestione della Riserva, atteso da 24 anni e nelle cui more Enac (e AdR) pensava di potersi forse infilare per costruire infrastrutture in Zona 2, è stato approvato insieme al relativo Regolamento ed è apparso sulla Gazzetta del 23 gennaio scorso.

Non è neanche il caso di parlare qui delle numerosissime e svariate criticità del Masterplan 2030 presentato da Enac e così intensamente e ciecamente difeso. Né di ribadire che l’alternativa c’è.

Cambia il sentire dei cittadini, sempre più preoccupati per l’eccessivo consumo di suolo e per l’aumento di ogni sorta di inquinamenti, cresce la sensibilità per i temi ambientali, cambiano i governi e i ministri, cambiano i dirigenti e le persone.

A non cambiare è solo la miopia di chi si ostina a difendere un progetto di sviluppo aeroportuale che sembra fatto per accontentare solo gli interessi di pochi a scapito della collettività e dell’ambiente, oltre che del buon senso e della giustizia.

Ci aspettiamo ora che il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il Sindaco di Fiumicino Esterino Montino , chiamati direttamente in causa da Enac, reagiscano per vie legali contro questo ennesimo tentativo di realizzare lo scempio del territorio.

E comunque, naturalmente, anche per i cittadini la battaglia continua….

Comitato FuoriPista