L’ingresso della casa di Stefania Camboni

Poco dopo le 15.00 il giudice del Tribunale di Civitavecchia, durante l’udienza di convalida, ha deciso di non convalidare il fermo nei confronti di Giada Crescenzi, in merito all’omicidio di Stefania Camboni. Ma nonostante la sentenza la donna per il momento rimarrà in carcere per evitare soprattutto il pericolo di possibile inquinamento delle prove.  

“La decisione da parte dell’indagata di non rispondere all’interrogatorio di garanzia, che è comunque un suo diritto difensivo, riteniamo che però aggravi la sua posizione e confermi tutto il quadro indiziario che il Pubblico Ministero ha già delineato in modo chiaro – dichiara l’avvocato Massimiliano Gabrielli, che difende le famiglie Camboni e Violoni – Da parte nostra abbiamo ricostruito la vicenda in modo ancora più dettagliato e stiamo contribuendo anche alla ricerca di numerosi altri elementi di prove a carico di questa indagata”.

“Durante l’udienza si è avvalsa della facoltà di non rispondere – spiega il legale di Giada Crescenzi Anna Maria Anselmi – oggi non era in buone condizioni e del resto aveva già risposto  a tutte le domande del Pm. Giada si dichiara innocente, non ha uccio lei Stefania Camboni, bisogna guardare in altre direzioni. Se fosse stata lei a infliggere 34 coltellate avrebbe dei segni sulle mani. Non c’è il movente e non è vero che nella sua stanza sono state trovate tracce di sangue.

Le uniche tracce ematiche, e pochissime – aggiunge la Anselmi – erano sotto una sua ciabatta, presenza compatibile con il passaggio fatto nella stanza della donna prima di andare in caserma. Inoltre ancora non c’è un orario certo della morte stabilito dall’autopsia. Il fermo non è stato confermato e questo ha la sua importanza. Abbiamo richiesto copia dell’ordinanza che riceveremo domani per capire il motivo per cui non è stata rilasciata”.