Un nucleo familiare solido e compatto con una grande passione per il mare. E un amore incondizionato, quello con il Villaggio dei Pescatori, tramandato da generazione in generazione, pronte a spegnere le prime 50 candeline. Da sempre semplicità e genuinità sono i punti di forza di Mastino, sia nello stile che nel servizio. È così che Maurizio, uno dei tre fratelli – gli altri due sono Lillo e Alberto – ci apre le porte del ristorante da dove è possibile ammirare il paesaggio del mare. “Il ristorante nasce nel 1961 grazie al suggerimento di Enrico Simeoni, colonnello dell’aeronautica e proprietario di una farmacia a Roma – racconta Maurizio – spinse lui i nostri genitori, papà Ignazio e mamma Filomena, ad aprire un locale. Così un giorno papà si decise a chiedere la documentazione necessario e lo aprì. Inizialmente ci saremmo dovuti posizionare dove oggi c’è il Miraggio, ma poi ci diedero l’attuale area che amiamo. Qualche anno prima dell’apertura, Federico Fellini stava girando il film “Lo sceicco bianco”. E un giorno chiese in prestito una barca a papà. La troupe, durante la pausa pranzo, si fermava a mangiare a casa nostra, deliziata dai sapori e dai profumi che uscivano dalle finestre”. Fu così che nacque la storica trattoria di mare. “Non solo Fellini conosceva la cucina di papà. Infatti erano soliti frequentare casa nostra anche Walter Chiari, che all’epoca era un ragazzino, Liana Orfei con il marito e tanti altri personaggi di un certo livello. L’apertura del ristorante ci lanciò in maniera definitiva, con l’invenzione della bruschetta e degli spaghetti con le telline e dello spiedino di mazzancolle che nessuno conosceva. Proprio quest’ultimo piatto il primo a copiarcelo è stato Spartaco D’Itri, concorrente del Musichiere, che aveva un ristorante a Roma. Negli ultimi anni ci siamo inventati i moscardini che rientrano nelle portate degli antipasti, ma anche questi ormai sono stati copiati da quasi tutti i ristoranti marinari. E anche se i nostri sono gli originali, chi non li ha mai provati non sa come sono e si accontenta degli altri”. Tra i piatti che hanno reso famoso il locale ci sono anche le mezze maniche con la spigola, anche queste di facile imitazione ma di difficili risultati. Unica è comunque la freschezza del pesce servito e delle grigliate miste, con il sapore del mare che risalta ad ogni portata. “Sin dall’inizio si è iniziato a popolare di personaggi di assoluto spessore. Sono venuti qui lo sceneggiatore Franco Solinas, i registi Ettore Scola, Citto Maselli, Constantin Costa Gavras, Francesco Rosi, Gillo Pontecorvo, che durante le riprese del film “Queimada” vene da noi a pranzo con Marlon Brando. E poi ancora Sergio Leone, Enrico Maria Salerno, le gemelle Kessler, Enrico Lucehrini, Guy Madison, George Sanders, Maria Schneider, Pierre Clementi, uno dei fratelli della Walt Disney, Gian Maria Volontè. E sono venuti anche tanti attori italiani come Vittorio Gassman, Mario Monicelli che era anche un amico di famiglia, Sergio e Bruno Corbucci, i fratelli Vanzina, Dino Risi con i figli Claudio e Marco, quest’ultimo ha appena finito di girare un fil con Massimo Boldi. Ma non sono mancati scrittori come Alberto Moravia; o cantanti dal calibro di Sergio Endrigo, con lui ci piaceva giocare a carte, a scopetta. Ancora oggi – rivela Maurizio vengono le Fendi, Laura Biagiotti, che il 4 agosto festeggia sempre da noi il suo compleanno e alla quale rivolgiamo i più sentiti auguri, Rocco Barocco, Valentino, Schubert. Per non parlare dei politici, qui ogni sera c’era un dibattito. Sopra i nostri tavoli saranno nati almeno dieci governi, che vedevano come protagonisti Ronchey, Craxi, Spadolini, Emilio Colombo,Violante, Claudio Signorile. Con molti di loro si era istaurato anche un rapporto di amicizia. Attualmente vengono Mario Baccini, Paolo Bonaiuti, Gaetano Pecorella. Per quanto riguarda il mondo del calcio abbiamo visto sfilare un gran numero di personaggi e di campioni, a parte presidenti come Sensi. Per un certo periodo la Lazio si veniva a allenare addirittura sulla spiaggia. E i nostri piatti sono stati graditi anche da Tommaso Maestrelli, Sven Goran Eriksson, Dino Zoff e tanti altri fino ad arrivare a Marco Borriello e Mauro Zarate. E venerdì 22 luglio si è presentato Woody Allen. Impegnato nelle riprese del film “The Bop Decameron” a Roma, è venuto con la moglie che già ci conosceva. Al termine della cena Woody Allen ha chiesto di essere fotografato con tutto lo staff del ristorante”. Una storia, quella della famiglia Mastino, che va ben oltre i 50 anni di attività del ristorante e dello stabilimento. “Papà Ignazio era pescatore e si occupava di salvataggio a mare. Nel periodo della guerra si trovava a Ostia come capo bagnino per i tedeschi che si facevano il bagno. Un giorno però è scappato a Fregene, dove si è costruito la casa. In tempo di guerra dovette subire un bombardamento e come tutti gli sfollati andò nella zona chiamata “Le pulci”, che si trova nei pressi del cimitero di Maccarese. Poi riprese a fare il bagnino e pescatore, tanto che lavorava al Lido. E a volte gli capitava di cucinare la zuppa di pesce, tanto apprezzata dai clienti. Durante il giorno, invece, insegnava a nuotare ai figli dei Torlonia. Poi abbiamo aperto qui al Villaggio dove negli anni sono stati fatti moltissimi salvataggi. Sia per le condizioni marine, sia perché la gente non sapeva nuotare. Per un periodo c’era anche la Polizia sulla spiaggia per l’assistenza ai bagnanti, ma non erano molto preparati. Così capitava che i salvataggi che facevamo noi, li attribuivamo agli agenti che di volta in volta erano sull’arenile. A loro per ogni salvataggio venivano date 5 mila lire. Che all’epoca non erano poche. Avevamo anche un cane lupo, con tanto di brevetto. Ecco, ci dividevamo tra pesca, ristorante e spiaggia. Siamo nati e cresciuti al mare che resta una passione. Infatti, se dobbiamo andare in vacanza, scegliamo il mare”. Ignazio morì nel 1982 e tutta l’attività passò ai figli. “In realtà ci siamo sempre stati, già cinque anni prima della scomparsa di papà eravamo attivi nel locale – spiega Maurizio – è sempre stata una gestione familiare, la nostra seconda casa. O forse la prima, visto che si arriva a starci anche per 18 ore al giorno. Adesso si passa più il tempo dietro agli incartamenti della burocrazia che a controllare l’alta qualità dei prodotti, comunque sempre freschi e genuini. Ma da giovani ci siamo anche divertiti. Ricordo quando con Giuliano Gemma andavamo a rubare le pesche dai campi della Maccarese, per farlo correre gli dicevo che c’era il guardiano. Lui era atletico e scattante, così prendeva le buste e con agilità saltava la recinzione di oltre un metro e mezzo. Oppure le nottate passate a pescare sulla barchetta con il barone Piercarlo Tucci, o con il musicista Augusto Martelli e Nadia Cassini. Insomma è stato un locale ben frequentato, ma nonostante abbia scritto pagine importanti per la storia di Fregene ancora non sappiamo il nostro destino. Il demanio non fa altro che chiederci soldi, le tasse sono alte e al tempo stesso manca la serenità per lavorare. Abbiamo raggiunto un traguardo importante, ma non felici per il momento di crisi che va avanti da almeno cinque anni. Si lavora solo per la burocrazia e allora non è un bel vivere. Ed ecco allora che le nuove generazioni si spaventano e cercano vie meno tortuose per affrontare il futuro. E poi c’è da risolvere la questione del Villaggio, un tempo borgo esclusivo ora meta di qualsiasi ceto sociale specialmente con l’avvento dei chioschi. Questo da una parte è stato un bene, ma dall’altro sta rendendo questa  zona sempre più affollata e anche i personaggi come quelli di un tempo preferiscono altre mete. Sarebbe il caso di riqualificare tutto questo borgo per farlo ripartire come una volta”. Ma in attesa del prossimo futuro, Mastino intanto compie 50 anni. Auguri! (Francesco Camillo)