L’artefice di quello spettacolo naturale è Gabriella Monaco che in quella casa c’è nata e da una ventina d’anni vi ha fatto ritorno. “Prima al piano di sopra c’erano  carabinieri e noi abitavamo sotto, sono cresciuta qui e ci tengo a questa casa, spiega Gabriella, quando vi ho fatto ritorno nei primi anni ’90 all’inizio non riuscivo a mettere una pianta. C’era un vento così forte che spazzava via tutto. A quel punto è diventata una sfida, combattuta ogni giorno. Ad un certo punto ho deciso di mettere i “francesini” e piano piano il loro numero cresciuto. Ad un certo punto ho deciso di mettere sotto i rastrelli che li sostengono e a quel punto l’effetto è stato notevole. Quando le persone passano e mi vedono fuori mentre li curo mi chiedono come faccio a tenerli così. La risposta è semplice, ci vuole tanta attenzione e cura, il segreto più semplice”. Se si ha la fortuna di passare la sera lo spettacolo raddoppia, perché prima del tramonto i passeri, che hanno fatto i loro nidi tra i gerani, a centinaia rientrano nella “loro casa” cinguettando. “Al mattino ci si risvegliamo all’alba con loro – spiega Gabriella – ormai ci abbiamo fatto l’abitudine è una famiglia allargata”. Se ci fosse un premio per l’arredo urbano, e in altri Comuni eccome se c’è, Gabriella  lo avrebbe stravinto da anni. Noi, anche senza premi, la vogliamo almeno ringraziare. I suoi gerani sono un esempio, la prova di come basterebbe poco per rendere questa nostra Fregene, anche con tutti  i suoi problemi, tutti i giorni un po’ più accogliente.