L’idea delle elezione anticipate è sostenuta da pochissimi consiglieri comunali, la maggior parte si rende bene conto come in queste condizioni, con la maggioranza locale di centro destra spaccata e la situazione politica nazionale molto confusa, le urne siano un grosso rischio per chiunque. Per quanto riguarda Canapini, la sua mossa l’ha fatta e potrebbe arrivare fino in fondo. “Sono stanco di questi ultimi mesi e non ho intenzione di farmi mettere sotto schiaffo da nessuno come fecero con Bozzetto”, avrebbe confidato il sindaco ai suoi più stretti collaboratori. Allora che “Muoia Sansone con tutti i filistei?” Forse, ma non è detto che sia questa la strada. Ora Canapini ha 20 giorni prima che si proceda allo scioglimento del Consiglio Comunale. Nel comunicato di ieri sera dove annuncia le dimissioni c’è un passaggio chiaro: “La Maggioranza deve  ritrovare al suo interno la serenità e la giusta coesione… occorre un impegno forte di tutti, anche della Regione, per definire un programma di fine mandato atto a dare soluzione ai problemi ancora irrisolti ed affrontare la prossima scadenza elettorale… senza personalismi o rivendicazioni di parte”.
Un programma di fine mandato condiviso intorno al quale trovare una maggioranza che lo sostenga, con appoggio interno o esterno a seconda dei diversi gruppi, più che partiti, oggi presenti in consiglio comunale. Sarà questa la soluzione finale? Si vedrà molto presto, nei prossimi giorni. In questa direzione rema un elemento, non certo secondario per i consiglieri eletti: a casa non ci vuole andare nessuno.