Il Castello San Giorgio di Maccarese ha ospitato sabato 18 ottobre l’anteprima della presentazione del libro “Le strade di Maccarese – Toponimi e odonimi” a cura del dott. Riccardo Di Giuseppe.

Il volume, edito dalla Fondazione Anna Maria Catalano, è un saggio storico-scientifico, dedicato allo studio della toponomastica e dell’odonomastica di Maccarese, frazione del Comune di Fiumicino situata nell’Agro Romano.

L’evento è stato coordinato da Sergio Estivi, presidente della Fondazione Anna Maria Catalano. Nel suo intervento introduttivo, Estivi ha illustrato il valore e l’unicità della località di Maccarese, definendola un “cocktail Maccarese” composto di comunità, identità, appartenenza, territorio e impresa. Ha inoltre ricordato le celebrazioni in corso per il centenario dell’azienda Maccarese, invitando il pubblico al prossimo evento previsto per il 24 ottobre, sempre al Castello San Giorgio.

Sergio Estivi ha evidenziato come il saggio di Riccardo Di Giuseppe si inserisca pienamente nel progetto “Cultura Turismo Lavoro” promosso dalla Fondazione Anna Maria Catalano, presentato un anno fa nella stessa sede. Ha poi ringraziato per l’ospitalità il dott. Claudio Destro, A.D. di Maccarese S.p.A.  autore della prefazione del libro, con il quale ha dialogato nel corso dell’incontro.

Nel suo intervento Claudio Destro ha evidenziato l’importanza di mantenere viva la memoria storica dell’azienda Maccarese, documentata nell’Archivio Storico “Carlo Benetton”. Ha ricordato che, sotto la proprietà del Gruppo Benetton, l’impegno nel recupero e nella valorizzazione delle radici aziendali si è intensificato, anche attraverso la pubblicazione del libro “Maccarese 1925-2025. Storia di una comunità, di un territorio, di un’impresa” al quale ha collaborato lo stesso Riccardo Di Giuseppe.

Il legame tra quest’ultimo lavoro e “Le Strade di Maccarese. Toponimi e Odonimi” è evidente e conferma la volontà di dare continuità alla diffusione della conoscenza storica e territoriale, con particolare attenzione alle nuove generazioni.

Claudio Destro ha inoltre sottolineato l’impegno di Maccarese S.p.A. per lo sviluppo dell’economia locale, e per una crescente fruibilità del territorio, annunciando la nuova ciclovia che collegherà Maccarese a Fregene fino al mare.

Il prof. Gianluca Piovesan, esperto di Selvicoltura e Foreste e autore della postfazione del libro, è stato invitato a commentare il legame tra il saggio di Riccardo Di Giuseppe, basato su toponimi e odonimi, e la sua attività di studioso della vegetazione.

La sua risposta, ricca di spunti e riflessioni ha suscitato curiosità e interesse, offrendo una prospettiva originale su Maccarese come territorio di confine: parte dell’Agro Romano, ma anche Maremma laziale, con influenze etrusche e una biodiversità di grande valore.

Gianluca Piovesan e Riccardo Di Giuseppe hanno concordato sull’importanza del saggio come base di partenza per una ricerca più ampia e multidisciplinare, capace di valorizzare la ricchezza culturale, ambientale e storica di Maccarese.

A sorpresa, Sergio Estivi ha invitato alcuni autorevoli docenti universitari, le prof.sse Silvia Migliaccio e Mihaela Gavrila e il prof.  Giovanni Amori, ad esprimere le proprie riflessioni sulle tematiche emerse, pur non avendo ancora letto il volume.

Dagli interventi è apparso evidente come, in ambito culturale, ogni tema possa trovare connessioni con discipline apparentemente lontane, rafforzando il valore trasversale della ricerca e della divulgazione.

A chiudere la serata è intervenuta la d.ssa Giovanna Onorati, Vicesindaco e Assessore Lavori Pubblici del Comune di Fiumicino, che ha sottolineato il ruolo della cultura come motore di partecipazione e sviluppo territoriale.

La grande partecipazione di pubblico, non solo locale, ha confermato che, quando entra in gioco la parola “Cultura”, l’interesse e la presenza sono sempre assicurati.

Come ha ricordato Riccardo Di Giuseppe, Maccarese è un vero e proprio “museo a cielo aperto”: conoscere il proprio territorio significa rafforzare il senso di appartenenza, consolidare l’identità collettiva, liberare energie positive e contribuire al benessere della comunità.

Fonte: Fondazione Anna Maria Catalano