Energia: il fotovoltaico aziendale per uscire dalla crisi

L’aumento del prezzo dell’energia, conseguente alla crescita del costo delle materie prime, in particolare per quel che riguarda il gas, sembra non avere fine, come sottolineato da Nomisma, Società di consulenza Strategica e Aziendale, che ha evidenziato per gennaio 2022 un rincaro delle bollette del 61% per il gas e il 48% per la corrente elettrica.
Una situazione che, oltre a mettere a rischio le famiglie, sta travolgendo anche il settore imprenditoriale, specie per quanto concerne le piccole e medie imprese che fanno fatica a coprire il fabbisogno energetico delle società dovendo affrontare livelli di prezzi mai visti prima.
Secondo uno studio condotto da Confindustria Brescia su un campione di 113 aziende, i rincari si assestano su un +231% per il gas e +166% per l’elettricità. Per tamponare questo trend, il Governo si sta muovendo con una serie di strategie volte a ridurre il peso sui bilanci societari e a scaglionare i pagamenti su lassi di tempo diradati, ma tali misure non sembrano essere sufficienti per risolvere pienamente il problema.

Fotovoltaico Aziendale: la soluzione contro i rincari

Per rispondere alla crisi energetica, sempre più aziende stanno decidendo di abbracciare la transizione energetica, dotandosi di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in particolare il fotovoltaico che, grazie al progresso tecnologico, ha dimostrato di essere affidabile, registrando performance pari e superiori alle classiche metodologie basate sui combustibili fossili.
Installando un impianto fotovoltaico, e sfruttando la configurazione SEU, l’azienda infatti può da una parte autoprodurre l’energia necessaria per la propria attività, pagando un prezzo inferiore di almeno il 30% (fino al 50%) rispetto ai classici costi di rete, dall’altra rivendere tutta l’energia non consumata e prodotta in eccesso a un utilizzatore terzo dislocato nel territorio circostante, senza l’obbligo di connessione con terzi (in Italia l’intermediario è GSE, Gestore dei Servizi Elettrici), attraverso un contratto di fornitura che lega il produttore con l’utilizzatore finale per un numero predefinito di anni. In questo modo si realizza un doppio vantaggio sia per il primo che per il secondo: l’azienda produttrice ricaverà dalla vendita dell’energia, l’utente finale pagherà l’energia un prezzo più contenuto.

Le aziende che intendo perseguire questo cambiamento di paradigma energetico basato sul fotovoltaico, si affidano a società specializzate in fotovoltaico aziendale, che dopo aver accuratamente analizzato il fabbisogno energetico, le dimensioni dell’azienda e la disponibilità in termini di metratura necessaria per il sito di installazione, suggeriscono le soluzioni più efficaci per ogni singolo caso, occupandosi anche della realizzazione, dell’installazione e della manutenzione dell’impianto.

Il fotovoltaico italiano in numeri

Come dicevamo, l’Italia per le sue caratteristiche geografiche è uno dei Paesi che meglio si presta allo sfruttamento dell’energia solare con il fotovoltaico. Nel recente Forum di Italia Solare si è approfondito il ruolo del fotovoltaico nella Penisola, raffrontandolo con gli Stati vicini e con la situazione globale.
In tutto il Pianeta il prossimo anno si raggiungeranno i 1000 GW di potenza installata, un livello che crescerà ulteriormente nei successivi quattro anni fino ad arrivare a 1400 GW totali, con il 95% della nuova capacità elettrica globale che sarà rappresentato dalle rinnovabili, di cui il 50% solo dal fotovoltaico. In Italia abbiamo raggiunto il primo milione di impianti installati e entro la fine del 2021 si arriverà a oltre 22,5 GW di potenza installata.
Rispetto al 2020 quando la potenza installata è stata di circa 785MW, nel 2021 la stima si assesta tra i 950 e i 1000 MW. Prendendo in esame un periodo più lungo, partendo dal 2014 la media di installazione in Italia è meno di 500 MW/anno, il che non ci libera ancora dalla dipendenza dalle fonti fossili e, soprattutto non riduce il gap con la vicina Germania che ad oggi può contare su 60 GW. Inoltre, confrontando quanto da noi fatto rispetto agli altri Paesi, vediamo che, proporzionalmente, altre Nazioni hanno fatto di gran lunga meglio come la Francia, che ha più o meno la nostra stessa popolazione, ha installato circa 1900 MW contro i nostri 1000 scarsi, mentre la Spagna con circa 15 milioni di abitanti in meno è arrivata addirittura a 3200 MW nell’anno che sta per finire.