Furti in casa, ecco come prevenirli

Di fronte al proliferare dei topi di appartamento e al numero di intrusioni nelle abitazioni private che si registrano ogni giorno nel nostro Paese, viene spontaneo pensare a un modo per proteggersi: a tale scopo, non c’è soluzione più efficace di un impianto di antifurto. Le statistiche ufficiali rivelano che il nostro Paese è uno dei primi in Europa nella poco onorevole classifica del numero di furti domestici: nel giro degli ultimi dieci anni sono state circa due milioni le infrazioni denunciate da chi le ha subìte, il che lascia intendere che gli episodi avvenuti siano molti di più, perché non sono pochi coloro che rinunciano a rivolgersi alle forze dell’ordine non sperando nella possibilità di ritrovare il maltolto.

Ciò non vuol dire che non ci si possa difendere, anzi: le tecnologie più innovative sono ricercate ed efficaci, indispensabili per contrastare e prevenire le azioni dei malintenzionati. Solo nel 2015, giusto per dare un’idea, in Italia sono stati denunciati quasi 235mila furti nelle abitazioni: di questi, più di 52mila riguardano le regioni del Nord-Est e ben 85mila quelle del Nord-Ovest, con il triste primato della Lombardia, dove sono stati denunciati più di 53mila furti, e gli oltre 18mila episodi che sono stati segnalati in provincia di Milano. Purtroppo, quella che si riscontra è una vera e propria escalation, se è vero che nel 2006 i furti denunciati erano stati poco più di 141mila: praticamente, nel giro di dieci anni sono aumentati di quasi il 100%.

Il Paese europeo che ha fatto registrare il maggior numero di rapine in casa – ovviamente in proporzione al numero di residenti – è il Belgio, mentre sul secondo gradino del podio c’è la Danimarca e in terza posizione compare il Lussemburgo. La top five è completata dai Paesi Bassi, quarti, e dalla Svezia, quinta, mentre in sesta piazza c’è l’Italia, davanti alla Francia, alla Spagna e alla Germania. La graduatoria Eurostat-Unodc è stata stilata prendendo in considerazione gli anni compresi tra il 2008 e il 2014.

Come reagire

Di fronte a questi numeri quasi impietosi, è legittimo domandarsi in che modo ci si possa difendere e quali accorgimenti possano essere messi in atto per prevenire gli episodi più sgradevoli. Ricorrere a un antifurto aggiornato è un buon punto di partenza: un impianto di 15 o 20 anni fa, in effetti, può essere ritenuto ormai obsoleto, perché anche i ladri si evolvono, e così le tecnologie a cui essi si affidano per penetrare nelle abitazioni delle loro vittime, siano essi appartamenti o ville.

Tra i sistemi di allarme più efficienti al giorno d’oggi ci sono gli impianti di videosorveglianza, grazie a cui si ha la possibilità di riconoscere e di identificare i ladri prima che essi riescano a entrare in casa o in qualsiasi altra location abbiano preso di mira. Le videocamere non si limitano a riprendere le immagini che immortalano gli intrusi, ma le trasmettono al cloud, in modo tale che esse non possano essere alterate da nessuno: insomma, le registrazioni sono protette dalla nuvola e in caso di necessità possono venire inviate alle forze dell’ordine. Per installare sistemi di questo tipo non c’è bisogno di opere murarie: questo significa che non occorrono lavori invasivi e, soprattutto, che le spese complessive saranno limitate. Non è superfluo mettere in evidenza l’importanza di delegare la posa in opera a professionisti del settore adeguatamente qualificati.

Le telecamere wireless

Tra le opzioni che meritano di essere considerate per la protezione dei propri spazi ci sono anche le telecamere fisse wireless, che permettono di controllare qualsiasi ambiente da remoto, anche se non si è fisicamente presenti nei luoghi che devono essere monitorati. Le immagini da tenere sott’occhio, infatti, possono essere visualizzate direttamente attraverso un tablet o uno smartphone, in tempo reale. Così, in qualunque momento del giorno e della notte si può sapere che cosa sta succedendo e che cosa è successo in casa, a prescindere da dove ci si trovi: basta disporre di una connessione a Internet. 

Ancora, vale la pena di valutare l’ipotesi di ricorrere ai sensori di movimento, in virtù dei quali si ha l’opportunità di rilevare in maniera immediata la presenza eventuale di ladri o intrusi. Tali sensori, infatti, hanno la capacità di riconoscere tutti i cambiamenti anomali o attraverso le variazioni di calore dei corpi o facendo riferimento al movimento volumetrico: nel primo caso si basano sugli infrarossi, mentre nel secondo caso sfruttano gli ultrasuoni e le microonde. Si può distinguere tra i sensori da esterno, i sensori da interno e i sensori magnetici per le porte e le finestre.

Le tipologie a disposizione sul mercato sono diverse: ci sono i sensori solo a infrarossi, quelli a doppia tecnologia e quelli a tripla tecnologia. I sensori a doppia tecnologia rilevano le variazioni di calore e gli spostamenti e limitano al massimo i falsi allarmi in quanto si attivano unicamente nel momento in cui tutte e due le tipologie di sensore segnalano un problema. I sensori a tripla tecnologia, invece, affiancano al calore e allo spostamento le microonde.

Nel momento in cui la presenza di un estraneo viene rilevata dai sensori di movimento, viene inoltrato subito un segnale verso l’istituto di vigilanza o verso la centrale operativa con cui è stato sottoscritto un accordo, in modo tale che si possa capire in real time se tutto va come dovrebbe. Nel giro di non più di trenta secondi dall’effrazione, inoltre, viene attivata la sirena di allarme, che in teoria dovrebbe mettere in fuga i ladri, o comunque attirare l’attenzione dei passanti o dei vicini di casa. 

Sono intelligenti ed efficaci anche i sensori di apertura, che possono essere installati in abbinamento con un impianto di videosorveglianza: così facendo, si è certi di riuscire a mettere in sicurezza tutti gli accessi del proprio ufficio, del proprio negozio o del proprio appartamento. Il compito dei sensori è quello di rilevare e di segnalare l’eventuale apertura delle finestre e delle porte: le tecnologie moderne consentono di evitare i falsi allarmi, dal momento che distinguono le mosse dei malintenzionati dai movimenti e dagli spostamenti che si potrebbero verificare normalmente.