Cresce il dato riferito alla cosiddetta digital health, ovvero salute digitale, termine con il quale si va a identificare un nuovo paradigma culturale per intendere la sanità. Un aspetto che ha rivoluzionato il modo di un paziente di approcciarsi con l’idea di salute in quanto prevede nuove strade per accedere ad informazioni mediche.
Ovviamente per comprendere bene questo concetto e per poter iniziare ad usufruire delle potenzialità annesse è fondamentale avere dimestichezza con le tecnologie multimediali: l’idea che si è andata a generare è quella di un paziente cosiddetto 2.0, un punto di vista innovativo che si basa su tutte le principali conquiste in ambito tecnologico per supportare il consumatore dal punto di vista della salute.
Per comprendere quanto sia centrale il tema basti pensare all’ingresso nel settore di player di livello mondiale tanto nel campo della salute quanto delle tecnologie multimediali: parliamo di Microsoft, che ospita e partecipa oggi all’evento “Digital Health: il presente”, che si tiene nella sua sede di Roma.
Dall’altro lato, quindi sul versante della salute, sono tantissime le aziende operanti ed affermate nel campo della digital health: anche brand presenti sul mercato sanitario da decenni come la Gipo con sede a Bologna.
La convention di Roma con ospite Microsoft è l’occasione ideale per evidenziare i punti di vantaggio della digital health, per tirare le somme sulla salute digitale nel nostro paese e comprendere cosa ancora può essere migliorato. Qualche esempio di ciò che questo concetto può portare?
Pensiamo al processo di reclutamento che un tempo passava per gli ospedali e che oggi avviene invece direttamente tramite web; i pazienti vengono raggiunti tramite social network ad esempio e coinvolti in questa fase del processo, fattore che riduce tempistiche e costi. Sempre sui social è possibile assistere alla nascita di comunità online e gruppi dove favorire aggregazione e scambiarsi idee, esperienze, feedback.
Il tutto prosegue poi per un approccio personalizzato della cure attraverso il ricorso di medical devices, sensori ed applicazioni che viaggiano su smartphone andando, anche qui, a generare un risparmio di tempi e costi oltre che una maggiore possibilità di seguire i singoli pazienti. Il monitoraggio da remoto sta infatti spingendo sempre più il concetto di centralizzazione del paziente, con lo sperimentatore che riesce ad avere dati in tempo istantaneo.
L’aspetto critico da valutare parlando di digital health è dal lato utente: oggi ci si rivolge sempre più alla rete per curarsi, avere informazioni o consigli. Fattore da un lato certamente positivo, come visto; dall’altro è un rischio enorme in quanto il pericolo è quello di incappare in portali per nulla affidabili che non offrono garanzia alcuna. Ecco che qui diventa fondamentale il ruolo dell’utente nel saper valutare ciò che è affidabile da ciò che non lo è.