«Dalla busta paga tratterremo per noi cinquemila euro lordi – spiega il capogruppo Davide Barillari – Il resto dello stipendio servirà per finanziare progetti che saranno scelti dai cittadini».
Il taglio è consistente perché, anche dopo che la Regione Lazio si è messa a dieta travolta dall’arresto di Franco Fiorito, i compensi hanno subito solo una sforbiciata. Infatti gli stipendi mensili dei consiglieri sono scesi di duemila euro, ma grazie a sei indennità la retribuzione netta degli eletti alla Pisana svetta alla stratosferica cifra di 11.250 euro al mese. Per il presidente di ogni gruppo (anche se solo di se stesso) c’è un’indennità aggiuntiva di 1.536, mentre il vicepresidente viene compensato con 1.024 euro.
E i grillini non vogliono soltanto ridursi lo stipendio. Un obiettivo del M5S è la costituzione di «una commissione che faccia luce sulla situazione catastrofica del bilancio della Regione, in vista anche di un risarcimento». Inoltre i neo-consiglieri chiederanno un tetto massimo agli stipendi dei dirigenti e in generale una riduzione dei costi della politica. «Noi siamo qui – sottolinea Barillari – per aprire porte e finestre e far entrare tutti i cittadini» e per ridare credibilità alle istituzioni. Il M5S accoglierà solo le proposte di legge che rispondano all’interesse collettivo e promette di contestare tutte le grandi opere «inutili e costose, come l’allargamento dell’aeroporto di Fiumicino. Anche il M5S vuole rilanciare l’economia laziale, ma essa deve essere «etica, solidale e sostenibile». (Corriere della Sera online)