Il sole di marzo è già alto, come quello di settembre, e il mare, che ha ormai ceduto tutto il suo calore all’inverno, comincia pian piano a scaldarsi. La spiaggia di Maccarese è selvaggia e seducente, ben diversa da quella affollata e chiassosa dell’estate. Il forte vento dei giorni scorsi l’ha decorata di minuscole sculture di sabbia e ha creato anche una perfetta imitazione di un tronco d’albero, che solo da vicino rivela la sua vera natura.

Sulla battigia, una decina di piovanelli corre su e giù alla ricerca di cibo e sembrano bambini che giocano con le onde. Tra qualche mese migreranno verso le zone artiche per riprodursi. L’azzurro del mare è interrotto dal volo di una beccaccia di mare, un uccello dall’elegante piumaggio bianco e nero, e con un lungo becco rosso. Sulla riva, le onde hanno gettato alghe e conchiglie, tra le quali scorgo un “borsellino delle sirene”, com’è chiamato l’astuccio ovarico della razza. Poiché è aperto, lo spiaggiamento è avvenuto dopo la schiusa. Era da tempo che non venivo da solo al mare, mi sento circondato dalla bellezza.

Da lontano osservo una signora orientale raccogliere meduse, un piatto tradizionale della loro cucina. Ho letto qualcosa a riguardo, basta togliere i tentacoli urticanti e saltarle in padella o servirle marinate. Chissà perché da noi un cibo così facile e abbondante non è mai stato preso in considerazione. Tra l’altro, si risolverebbe il problema dell’eccessiva proliferazione di questi animali nel nostro mare. In acqua, i “tellinari” con i loro rastrelli setacciano la sabbia alla ricerca del piccolo e prezioso bivalve. Aspetto che escano per andare a vedere il risultato del loro lavoro e scambiare qualche chiacchiera. Chiedo il motivo per cui molti pescatori lascino morire gli esemplari più piccoli (2 cm) sulla spiaggia anziché rigettarli in acqua. Uno di loro mi risponde che le telline ci arrivano da sole all’acqua! I tanti accumuli di piccole telline essiccate dal sole dimostrano il contrario, ovviamente. Per fortuna ci sono quelli più rispettosi che scuotono le rastrelliere nel mare, facendo cadere i molluschi più piccoli e salvaguardando così anche il futuro del loro lavoro. Come tutti i tipi di pesca (salvo eccezioni) anche quella delle telline ha le sue catture accidentali. Così finiscono nelle tellinare anche tracine, sogliole, stelle pettine, ricci di sabbia e decine di granchietti che appena si rovescia il pescato fuggono rapidamente verso l’acqua, infossandosi nella sabbia bagnata della battigia.

Alcuni trasportano una grossa pallina arancione attaccata sull’addome. Sono le uova delle femmine, ma questo i pescatori non lo sanno. Altrimenti, perché abbandonarli come scarti sulla spiaggia? Il primo Aprile inizia il fermo pesca delle telline, se ne riparlerà a Maggio.
Il sole è già sceso sul litorale romano, è ora di rientrare.
Arrivederci Maccarese!

Luciano Bernardo