E lo fa, in collaborazione con alcune associazioni tra cui Universo Mare del presidente Giuseppe Accardi, organizzando una serie di incontri con i diportisti. “La superficialità o la non adozione di minime cautele hanno portato a degli incidenti che sono scaturiti in qualcosa di grave – fa notare il Comandante Lorenzo Savarese – Il mare anche a dieci metri di distanza dalla costa può essere pericoloso”. Sotto la lente di ingrandimento sono finiti i diportisti, bacino d’utenza che sfugge alla Capitaneria per il fatto che la legge non gli richiede l’obbligo di patente nautica. “Ci troviamo davanti a persone che non effettuano pratiche agganciate al settore – spiega Savarese – Possono essere giovani, ma anche pensionati che si avventurano in mare senza una adeguata sicurezza e in molti casi senza apparati per chiedere aiuto”. Nel 2013 su 10 sinistri, 5 hanno interessato imbarcazioni da diporto, su 45 denunce di eventi straordinari, 40 sono state del diporto. Gli interventi di soccorso sono stati 40. “Per questo ci teniamo a sensibilizzare questo tipo di utenza che a noi sfugge – fa notare Savarese – Attraverso gli incontri tematici vogliamo coinvolgerli. Basta pensare che a Fiumara Grande, tra iscritte e non, ci sono circa 8 mila imbarcazioni. È un porto che c’è e non si vede”. Fattore umano, esposizione al rischio e catena degli eventi sono le cause principali che possono generare una situazione di pericolo. “Contrariamente a quanto si potrebbe ipotizzare – sottolinea Giuseppe Accarrdi – La maggior parte dei sinistri marittimi avviene a poche miglia dalla costa, ad opera soprattutto di improvvisati pescatori e diportisti che escono in mare con barche di 4-5 metri, senza consultare il meteo, senza dotazioni di sicurezza, con scarsa conoscenza e cultura marinaresca. Sono proprio questi i natanti che vengono per lo più soccorsi perché si ribaltano, affondano, prendono fuoco o alla meglio restano senza carburante”. Le statistiche del Ministero dei trasporti indicano che i sinistri inerenti le unità da diporto rappresentano il 50% del totale dei sinistri marittimi, come del resto è avvenuto anche sul litorale romano nel corso del 2013. Questo va a costituire un enorme dispendio di risorse per le attività di ricerca e soccorso, senza contare le centinaia di interventi cui le amministrazioni marittime sono chiamate ad adoperarsi per bagnanti, subacquei e malori in spiaggia. La Capitaneria di Porto di Fiumicino, in sinergia con le Associazioni Universo Mare, Pelagos e Mar desiderano mettere a disposizione dei diportisti tutti e dell’utenza del mare la loro esperienza e collaborazione per una più sicura e consapevole fruizione del nostro mare. Gli incontri tematici sono partiti sabato 12 aprile.