Questa è la richiesta che Coldiretti Roma rivolge alla Regione Lazio, la quale ha peraltro in corso il cosiddetto Programma di Contenimento 2010/2011 con l’obiettivo di evitare la propagazione sull’intero territorio regionale. “La Regione obbliga proprietari ed agricoltori dei terreni infestati ad alcuni comportamenti – spiegano David Granieri e Vitangelo Tizzano, direttore e presidente di Coldiretti Roma – ovviamente non è facile la disinfestazione. Noi, come sindacato, siamo favorevoli al trattamento insetticida attraverso l’uso di un macchinario speciale attualmente non disponibile in zona, la cosiddetta “macchina irroratrice”, grazie alla quale è possibile distribuire l’insetticida in maniera omogenea. Dato l’elevato costo (150mila euro a pezzo) chiediamo un supporto di tipo economico alla Regione”. La Diabrotica virgifera virgifera è un insetto che attacca le radici del mais, è originario del Nord America dove produce gravissimi danni economici ed ambientali. In Italia è stato trovato per la prima volta nel 1998, in coltivazioni di mais adiacenti l’Aeroporto Marco Polo di Venezia. Nell’agosto del 2008 il Servizio Fitosanitario del Lazio ne ha accertata la presenza nel comune di Fiumicino, a Maccarese. Le piante di mais danneggiate presentano uno sviluppo ridotto, talvolta tendono a risollevarsi assumendo un portamento a collo d’oca. Gli insetti adulti si alimentano sia delle foglie, che delle spighe. Il danno è notevole perchè porta all’ allettamento delle piante (decesso). L’impegno del sindacato agricolo si sposa con quello della Regione e degli stessi operatori: eradicare il pericoloso verme dalla zone di Fiumicino nonchè prevenirne una diffusione nei territori limitrofi. “Servirebbero almeno due macchine – spiega Gianfranco Durante, imprenditore agricolo di Malagrotta – per la disinfestazione di circa un migliaio di ettari totali. Sarebbe anche fondamentale però ottenere dalla Regione un risarcimento in quanto il rispetto delle norme di prevenzione ci obbliga ad una rotazione della coltura, il che provoca una perdita del 50 per cento della produzione. E non possiamo nemmeno recuperare il prodotto acquistandolo da altre aziende, sempre a causa delle stesse norme”.