La differenza tra la vita e la morte alle volte è una questione di decimi di secondo. È quello che è successo a Massimiliano Mattiuzzo e alla moglie Silvana. C’erano loro nella Punto che ieri sera è stata scaraventata contro il muro di una villa tra viale Castellammare e via Marotta. Questo il suo racconto della tragedia sfiorata:

“Eravamo andati ieri sera a Fiumicino a conoscere alcuni nuovi consiglieri comunali eletti con altri amici del Comitato FuoriPista, dopo ci eravamo fermati a mangiare una pizza. Saranno state le 23.15, pioveva e guidavo io, andavo piano massimo 40 km/h. Eravamo su viale Castellammare, Silvana al mio fianco sul sedile del passeggero della Punto. Arriviamo all’incrocio con via Marotta quando mia moglie nel superarlo mi grida all’improvviso: “Attento”, ma non riesce a finire la frase. Con la coda dell’occhio vedo un missile che arriva a tutta velocità dalla parte del Campo Sportivo. Non riesco nemmeno a muovere un dito, il missile ci prende in pieno tra la ruota anteriore e il muso dell’auto. La Punto comincia a girare su stessa, almeno un paio di giri, scoppiano gli airbag, non capiamo più niente, finche l’auto non ferma la sua corsa contro il muro di una abitazione. Siamo storditi, all’interno del veicolo c’è una specie di nebbiolina, non si capiva se era fumo del motore o l’effetto dell’apertura degli airbag. A fatica riusciamo ad uscire, ci tocchiamo le gambe, le braccia, siamo interi! Possibile? Guardiamo l’altra auto, una Cinquecento, dentro ci sono due giovanissimi, romani, abitano a Monteverde, erano venuti a una cena a casa di amici. Non hanno proprio visto l’incrocio, non hanno nemmeno frenato, e viaggiavano per loro dichiarazione ad almeno 80-90 km/h.
Anche loro sono praticamente indenni, uno ha preso un colpo alla testa ma non sembra una cosa grave. Mi richiedo: come abbiamo fatto a salvarci tutti?
Se la Cinquecento ci prendeva al centro saremmo morti di sicuro tutti e due, a quella velocità non avremmo avuto scampo. Una frazione di secondo, ci siamo salvati per una frazione di secondo, una toccatina al freno, un pensiero dimenticato. Arrivano i Carabinieri, facciamo le foto, i ragazzi si assumono la loro responsabilità, arriva anche un’ambulanza per precauzione. Dalle case vicine sono uscite delle persone, ci dicono che il botto che hanno sentito è stato fortissimo.
Ci cominciamo a rendere conto solo dopo che poteva essere la nostra fine. Le nostre vite, i nostri cari, tutto cancellato per un banale incidente stradale. E visto che siamo dei miracolati allora ci permettiamo di dare qualche consiglio, intanto migliorare la segnaletica, quell’incrocio è pericoloso, di incidenti ce ne sono stati tanti, dovremmo cercare di renderlo più visibile, di notte anche con catarifrangenti. Una vita umana ha il suo valore, cerchiamo di riflettere su quello che è successo, non sempre quella frazione di secondo potrà girare bene sulla ruota della fortuna”.