"Scendiamo in piazza per protestare, evitiamo che il danno già arrecato in questi anni porti alla totale distruzione del territorio. Si parla di vocazioni turistiche ed agricole mentre in realtà l’unica vocazione è quella di distruggere anche quel poco che è rimasto per dare al capitalismo estremo del rosso Benetton un’ulteriore vantaggio a scapito dei più deboli. Archiviato il pericolo imminente della Pineta di Coccia di Morto, ora in silenzio, senza che gli organi di stampa locali ne facciano menzione, si sta perpetrando un danno ancor più grave".