Eravamo almeno duecento in via Mombarcaro 18 a le Vignole. La via è una traversa di via Montanari e la casa si trova ad un centinaio di metri dal luogo dell’incidente. Le piccole Joana e Bianca vivevano qui, una casetta rosa, tutta su un piano con un grande giardino intorno. Dove adesso ci sono tante persone che in fila aspettano di entrare. Jonel vuole salutare e ringraziare ,ad uno ad uno, tutti i presenti. Ci sono i compagni di classe delle piccole, la II F dell’Albertini e la III A della Marchiafava, saranno gli ultimi ad entrare. Di continuo, amici e parenti, passano nel giardino per donare regali ai bambini, orsacchiotti di peluche, cioccolatini, merendine. All’interno il padre riceve gli ospiti nella sala da pranzo, sul tavolo ci sono le foto della famiglia, si vedono tanti volti sorridenti durante il viaggio a Pisa. Lui bacia e abbraccia tutti, poi offre un dolcetto, un bicchiere, qualcosa si deve prendere, non è possibile rifiutare. Chiede un ricordo, una parola, qualcosa che, almeno per pochi istanti, faccia tornare in vita i suoi cari. Colpisce la grande dignità di questo uomo, quella dei suoi parenti. I bambini vanno nella stanza di Joana e Bianca, il letto è ricoperto di orsacchiotti, sullo scaffale ci sono tanti libri colorati. Verso le 10.30 inizia la messa, il tavolo viene portato fuori nel giardino e il sacerdote apre il rito in romeno, ma la voce è così commossa che pochi trattengono le lacrime. Il funerale vero si farà in Romania, ma questo è il congedo delle bambine, della mamma, dai loro più cari amici degli ultimi anni. Ogni bambino ha preparato un saluto, gli insegnanti li consegnano al padre, con le foto della classe. “Faremo un libro – dice Jonel – e daremo una copia ad ognuno di voi, così potrete ricordare jaoa e Bianca. Grazie, grazie a tutti, per la mia famiglia”, riesce a dire prima di essere travolto dalle lacrime. E’ quasi mezzogiorno, adesso, le persone cominciano ad andare via. Si chiedono notizie sul viaggio di ritorno, se c’è bisogno di qualcosa. Gli amici di Jonel spiegano che lunedì mattina saranno al Verano per il ritiro della salme. Accompagneranno anche loro il padre a Dorohoi, un paese in provincia di Botasciani, nel nord della Romania. Il comune si è offerto di pagare tutte le spese, circa 12 mila euro, ma si teme che la somma non possa essere consegnata in tempo per lunedì. Il sindaco, interpellato, dice che “deve essere assolutamente così”. Il dirigente conferma che entro la tarda mattinata i soldi verranno messi a disposizione. C’è il tempo, da parte degli amici rimasti, di esprimere qualche critica all’ambasciata romena in Italia. “Nessuno di loro si è fatto vivo – commentano amareggiati – solo voi italiani ci avete aiutato”. E’ sicuro che Jonel dopo i funerali non rimarrà a Dorohoi “tornerà, non vuole rimare in Romania”. Qualcuno chiede se ha bisogno di un lavoro, “Jonel ha sempre lavorato – risponde Costantino, suo amico di infanzia – anche troppo. Ha sempre avuto tanto da fare, fa il muratore, sabato, domenica, sempre al lavoro. Tanti sacrifici, tutta la vita solo per dare un futuro alla sua famiglia. E adesso cosa gli rimane?”