È la clamorosa novità emersa dal Consiglio di Direzione della Asl RmD. I vertici della sanità locale, analizzando le criticità nell’offerta di posti letto, hanno abbandonato l’idea di realizzare sopraelevazioni o nuovi corpi di fabbrica addossati al Grassi e puntano su una nuova realizzazione con criteri di modernità funzionale e tecnologica nel comune di Fiumicino. Un piano tanto avanzato, ed evidentemente concordato anche con le gerarchie regionali e ministeriali, da assegnare ieri un incarico per la progettazione ed il piano di fattibilità. Se ne occuperà il professor Umberto Moscato, dell’Università Cattolica del sacro Cuore, nonché responsabile dell’Unità di Igiene ospedaliera del Policlinico Gemelli.  Le linee guida impartite allo studio dell’azienda sanitaria riguardano una struttura tra i 200 e i 300 posti letto, organizzata non in reparti ma in aree della cosiddetta “intensità di cura”, a ridotto impatto ambientale e consumo energetico. Il costo presunto si aggira intorno ai 300 milioni. “La valutazione che è stata fatta – spiega il direttore generale della Asl RmD Alessandro Cipolla – ha un aspetto pratico oltre che di politica aziendale. Piuttosto che investire 50 milioni per l’ampliamento del Grassi, con organizzazione funzionale che resterebbe immutata, è meglio puntare a una nuova struttura che risponda a criteri di modernità e di ottimizzazione delle risorse. La scelta della direzione della Asl del Litorale appare singolare se considerata in un contesto generale di ristrettezze economiche che impongono la diffusa chiusura dei posti letto già presenti nel territorio regionale. “Alla base di questa scelta – è la risposta di Cipolla – c’è l’opportunità di impostare un nuovo modello gestionale delle risorse. Nel nuovo ospedale non si ragionerà più in termini di reparti bensì di intensità di cura, organizzazione assistenziale che permette ai clinici di valutare il paziente nella sua complessità creando le condizioni migliori per una corretta contestualizzazione e personalizzazione, in considerazione delle numerose variabili, come la sua età o la presenza di altre patologie, che possono intervenire o coesistere”. Sarebbero tre, con l’adozione del modello a intensità di cure, i livelli assistenziali previsti: al primo le degenze in rianimazione, al secondo livello le degenze per acuti (area medica e chirurgica) e al terzo livello quelle per post acuti (stabilizzazione e riabilitazione). “Sono esterrefatto – commenta il presidente del X Municipio Andrea Tassone – Questa soluzione non tiene conto delle criticità del litorale romano con una popolazione che si triplica o quadruplica in estate e un ospedale che da sempre non è in grado di dare risposte sufficienti. Metterò in atto tutte le iniziative, anche presso il Presidente della Regione Zingaretti, affinchè si definisca prioritariamente l’emergenza di Ostia”. Esterino Montino, Sindaco di Fiumicino, già vicegovernatore della Regione Lazio ed ex capogruppo Pd alla Pisana, preferisce invece non commentare.

 
(di Giulio Mancini – Il Messaggero)