Un ristorante bellissimo sotto il Castello, uno chef molto esperto che usa solo i prodotti migliori in circolazione, piatti meravigliosi a prezzi da trattoria

L’Osteria di Maccarese ha aperto a gennaio e ha subito fatto centro. In una struttura già splendida, come l’ex Emporio di Maccarese, arredato con gusto e diventato ancora più bello. I promotori dell’iniziativa sono, da un lato uno chef esperto come Stefano Gismundi, dall’altro i fratelli Benedetta e Federico Marcelli, giovani pieni di energia e di entusiasmo.

La prima sensazione, entrando, è di essere in un posto bello, molto accogliente, carico di aspettative, volutamente semplice nell’arredo ma dove ogni particolare è studiato alla perfezione. Tanto per fare un esempio, ogni tavolo ha una sua storia ed è stato rielaborato da artigiani. La tovaglietta di carta appoggiata sopra è una riproduzione di una foto d’epoca di Maccarese, calici Riedel, con la sala che si affaccia sul giardino del Castello San Giorgio. Benedetta accoglie i clienti all’ingresso, è una laurenda in ingegneria gestionale. Stefano è il deus ex machina della cucina, una garanzia visto che ha portato al successo l’Osteria del Borgo di Cesano. Ogni mattina esce all’alba a fare la spesa e compra solo il meglio che c’è sul mercato. Solo il prosciutto che si trova sul cavalletto al centro della sala è una piccola opera d’arte: “Nero Calabrese”. “Ricorda al palato il Patanegra”, racconta Stefano. Poi il Caciofiore di Columella della campagna romana, è un’altra particolarità, come la Susianella di Viterbo, un salame speciale, entrambi presidi slow food.

Stefano è un profondo conoscitore di queste eccellenze uniche e non si serve di intermediari, ma le va a comprare direttamente sul posto: i broccoletti ad Anguillara, il formaggio di pecora a Castel Giuliano, il pane è quello di Cerveteri del forno Piergentili, cotto nel forno a legna con le fascine. L’olio è Quattrociocchi, i pomodorini del Piennolo del Vesuvio dop.

Nella lista dei vini ci sono più di 300 etichette, ma se provate il vino della casa non rimarrete delusi, un blend che Gismundi cura con un amico di fiducia che ha una vigna nel Parco di Veio sul fiume Cremera; fanno un Roma doc e la brandizzano con ottimi risultati.

Tutti prodotti che vengono poi trasformati in cucina e diventano piatti da leccarsi i baffi. Stefano consiglia tra i primi Fieno del Maccarese, un tagliolino all’uovo tagliato a punta di coltello con ragù di quattro carni e pecorino dop, oppure le pappardelle al cinghiale servite su uno scifo di legno di ulivo. Tra i secondi la coratella d’agnello con cipollotto e mentuccia, il cinghiale alla cacciatora, l’abbacchio alla scottadito imperdibile, la scottona buonissima.

Dolci rigorosamente fatti in casa, per una spesa media di 35 euro, anche con menu degustazione. Ma conviene prenotare perché la voce ha cominciato a girare e non solo nel nostro territorio.

Osteria di Maccarese si trova in via dei Pastori 26/a. Tel. 06-30328324.