Mi si conceda una raccomandazione valida anche per me dal momento che sono proprietaria di un cane come i tanti che abitano a Fregene. La situazione generale è difficile per tutti, il territorio attinge alle sue forze e al senso civico dei cittadini. Il rispetto delle regole è sacrosanto e la nostra comunità ha risposto con responsabilità. Bene, ci fa onore. Qualche appunto sento la necessità di fare a proposito delle passeggiate con i nostri animali che devono limitarsi nel tempo e nello spazio. Il giro intorno casa nei vialetti o anche qualche passo in più nei dintorni ci rende dei privilegiati e questo “ regalo” impone di contraccambiare. Siamo stati privati dell’area cani che permetteva di usufruire non solo di una certa libertà anche di un servizio non da poco: la presenza di cestini per buttare le deiezioni. Ora con la chiusura imposta causa forza maggiore, condividiamo con chi si concede la boccata d’aria il percorso nelle stradine interne  diventate un letamaio. In realtà abbiamo sempre reclamato l’assenza dei cestini  ma a tutt’oggi questa esigenza è stata disattesa e ciò rende più grave la situazione di noncuranza che sta vivendo il territorio.

Mi auguro che alla ripresa della normalità la cosa si possa affrontare insieme a quella di una pulizia più sollecita e regolare che impedisca l’abbandono di una spiaggia così amata dai romani. Mi rendo conto delle difficoltà del momento attuale ma nell’augurio di tornare presto sani e salvi alle nostre attività ci sia anche il progetto della cura del territorio.

Forse l’isolamento, il silenzio e quella manciata di “minuti” che sono concessi per sgranchire le gambe offrono l’occasione di essere meno distratti e di apprezzare il nostro luogo ora pieno di vegetazione, di fiori spontanei, di siepi folte, di un cielo sempre più limpido, un colpo d’occhio piacevole, bello, a cui nessuno può rinunciare, perché anche in questo momento così grave e difficile possiamo considerarci fortunati, siamo in una gabbia dorata, godiamo di questo silenzio e allora che non sia vissuto come solitudine e malinconia ma un’occasione per apprezzare una bellezza offerta dalla natura. La bellezza delle cose esiste anche nella mente di chi le contempla.

Delfina Ducci