I recenti incidenti che hanno portato al ferimento o al decesso di fauna selvatica nel territorio di Fregene, sono parte di un problema molto diffuso nel nostro Paese e in generale nei paesi urbanizzati. Del resto, il continuo assedio agli ambienti naturali da una parte o, e per fortuna, anche l’aumento della tutela del territorio dall’altra, provocano spostamenti di esemplari di animali in fuga o in cerca di nuovi spazi. Questo vale per tutti, a cominciare dai vertebrati come anfibi, rettili, uccelli, mammiferi. Negli spostamenti, gli animali s’imbattono nelle cosiddette barriere ecologiche, cioè l’insieme delle infrastrutture artificiali, che ne impediscono il libero movimento o che ne rappresentano una minaccia. Tra queste vanno considerate sicuramente le strade.
Non ci sono stime precise, ma in Italia, sono tra i 10 e i 100 milioni di animali, tra uccelli e mammiferi, che vengono investiti ogni anno. Provocando non solo un danno alla fauna, ma anche – per le specie più grandi – un rischio alle persone che sono direttamente o indirettamente responsabili degli incidenti. Per restare alla cronaca recente, emerge che ogni anno in Europa si verificano 507.000 incidenti con i soli mammiferi ungulati (cervi, caprioli, daini, cinghiali, ecc.).
Premesso questo, il Wwf che gestisce le Oasi del Litorale Romano (di Macchiagrande, Foce dell’Arrone e Vasche di Maccarese), cioè le proprietà della Maccarese SpA, e che viene impropriamente coinvolto nel bene e nel male nelle dinamiche di questi incidenti, ci tiene a chiarire quanto segue.
La fauna selvatica è proprietà dello Stato e ad esso compete la gestione, nelle diverse forme di organizzazione territoriale. Diverse sentenze della Corte di Cassazione hanno ribadito l’orientamento dominante in virtù del quale la responsabilità per i danni provocati da animali selvatici alla circolazione dei veicoli va ricondotta in capo all’Ente (Regioni o Enti Parco) titolari della potestà di tutelare, regolare e gestire la fauna selvatica.
Il Wwf non è tra questi, in quanto gestisce una proprietà privata – le Oasi del Litorale Romano – e non ha incarichi formali da parte degli enti territoriali. L’intero territorio è invece parte della più vasta Riserva Naturale del Litorale Romano, gestita dal Consorzio tra i Comuni di Roma e di Fiumicino.
Premesso questo, è bene ribadire: In un’area protetta non ci possono essere limiti di movimento della fauna. Solo immaginare il contrario, significa avere un’idea distorta della tutela della Natura. Significa, creare le condizioni per la sua rapida scomparsa, piuttosto che per la sua salvaguardia. Costringere la fauna e la flora in aree circoscritte e non in connessione con l’esterno – se mai è possibile, visto che comunque si “muovono” per superare le barriere – è un approccio contrario a qualsiasi obiettivo di conservazione.
Nel caso di Macchiagrande, la recinzione presente, limita i confini della proprietà e rappresenta una forma di dissuasione rispetto a possibili forme di utilizzo antropico, non autorizzato. Del resto, è bene ricordare cosa fosse l’area prima dell’arrivo del Wwf e quale il livello di degrado. Montagne di rifiuti, pascolo libero, caccia, taglio della vegetazione. Quello che oggi tutti possono ammirare è il risultato di un impegno trentennale del Wwf e della Maccarese Spa che ha creduto in questa forma di destinazione dei propri terreni. Il daino, è una specie introdotta in tempi storici in Italia, molto adattabile, ed è in costante espansione, tanto che ormai ha raggiunto le aree periferiche di Roma. È infatti presente nella Riserva Naturale di Decima Malafede, nella Riserva Naturale della Marcigliana, nel Parco di Vejo.
Il daino frequenta l’Oasi di Macchiagrande, così come altre aree delle Riserva naturale. Non si può identificare la provenienza degli esemplari, perché questi si spostano. Definire che i daini provengono dall’Oasi di Macchiagrande è quindi improprio. Certamente è uno dei rifugi possibili, ma non l’unico.
Il Wwf quindi respinge qualsiasi responsabilità per eventuali contatti tra fauna selvatica e automezzi (questo vale anche per tutte le altre specie) e anzi rivendica con forza di aver salvato un’area naturale, nel caso di Macchiagrande, di grande valore ambientale, paesaggistico e anche storico e di averla gestita, sempre, per il bene della comunità. Prova ne siano le migliaia di visitatori che la frequentano ogni anno. Allo stesso tempo invita i gestori della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano e le Amministrazioni territoriali a porre in essere tutte le iniziative possibili per prevenire potenziali incidenti. Ci sono infatti sistemi semplici, cartellonistica, dissuasori, o complessi, con l’ausilio della tecnologia, già in uso in molte parti d’Italia, che abbattono di molto il rischio di contatto tra fauna selvatica e automezzi.
Il Wwf ribadisce la propria disponibilità a dare il supporto a tutte le iniziative che si vorranno mettere in campo. Allo stesso tempo, ha già dato mandato di adire le vie legali contro chi in forme diverse sta diffamando il lavoro e l’impegno nella gestione di queste aree.

Wwf Oasi