Ormai ci siamo: entrerà in vigore da settembre il nuovo Piano di utilizzo degli arenili (Pua) approvato dall’Amministrazione comunale. Tra le tante novità introdotte e concordate con la Regione Lazio c’è anche quella dei varchi, corridoi di passaggio verso il mare posti ogni 300 metri l’uno dall’altro. In linea generale i passaggi a Fregene sono già stati “concordati” a tavolino con i balneari, ma un paio di questi potrebbero creare diversi problemi, uno nella zona Sud e l’altro sul lungomare centrale. Il rinvio dopo l’estate, evitando la stagione balneare in corso, è stato non solo una scelta diplomatica, ma anche un modo per evitare estenuanti ricorsi amministrativi. Ma aldilà di questo, i nuovi varchi creeranno certamente gli stessi problemi che presentano quelli già esistenti. Escludendo il Villaggio dei Pescatori, dove tra le abitazioni ci sono ancora diversi passaggi, sul lungomare di Fregene a partire da via Rio Marina e fino a via Iesolo ci sono attualmente 3 varchi. Quello accanto a La Perla, quello tra Il Patio e lo stabilimento del Ministero della Difesa e quello tra il Pellicano e il RaLoCe.
Con l’applicazione del Pua i varchi diventeranno più o meno una decina. La loro filosofia, se capiamo bene, è quella di rendere più accessibile la fruibilità del mare, d’estate come d’inverno, senza dover passare necessariamente all’interno degli stabilimenti balneari, molti dei quali d’inverno sono chiusi e con i cancelli sbarrati.
Ma chi si occuperà della manutenzione di questi passaggi e del loro decoro? La realtà dice che i 3 varchi esistenti sono in condizioni indecenti, pieni di rifiuti maleodoranti, non esattamente quella passeggiata verso il mare che ci aspetterebbe di fare. Non essendo controllati sono meta ideale per l’abbandono di sacchetti. Gli ambulanti, che vi entrano ed escono per vendere la merce con i loro carrelli, danno il loro contributo gettando gli imballaggi proprio in questi punti, come fanno del resto anche i turisti, visto che comunque non ci sono cestini in tutto il lungomare. Non è difficile immaginare cosa ci attende se non si riuscirà ad anticipare il corso degli eventi.
Una soluzione possibile potrebbe essere quella di trovare forme di partecipazione tra pubblico e privato. “È una strada difficile – commenta il sindaco Esterino Montino – si corre il rischio di far utilizzare questi passaggi in modo improprio magari per far vendere servizi non autorizzati o peggio vietati. Bisognerebbe trovare idee percorribili”.
Per rendere il percorso economicamente vantaggioso, la soluzione si potrebbe trovare chiedendo, in cambio a chi lo adotta, pulizia e magari anche un minimo di arredo urbano. Dare, per esempio, la possibilità di fare affissioni pubblicitarie magari anche con spazi più visibili dal lungomare. Ancora, permettere in corrispondenza del varco, sempre sul lungomare, la vendita alle Apette regolarmente iscritte alla Camera di Commercio. Esagerando, consentire lungo il varco l’esposizione di mostre di quadri, altri oggetti d’arte, oppure più semplicemente produzioni di antiquariato o artigianato. Insomma, qualcosa che trasformi questi spazi in un’occasione e non nell’ennesima e certissima situazione di degrado come è successo per le aiuole della ciclabile.