Ci siamo occupati più volte del tema della disabilità e delle strade di Fregene. Che non brillano in alcune zone, in particolare quella Sud,  per comodità e accessibilità. Però un largo tratto di viale Castellammare, dal viale della Pineta fino a via Cattolica, offrirebbe la possibilità di una passeggiata anche a chi ha handicap ed è costretto a vivere su una carrozzina. Sono anche loro,  con le proprie famiglie, turisti con diritti e doveri . E’ uno dei tanti temi “cartina tornasole” di un popolo che invece nel passato, ormai remoto, aveva dato grandi prove di sensibilità, attenzione, educazione e civiltà purtroppo  perduta.
Questa sera delle persone che in carrozzina non riuscivano letteralmente a passare su viale Castellammare hanno dovuto chiamare i carabinieri per poter tornare casa. Perché tra auto parcheggiate, come sempre in modo allucinante, biciclette sui marciapiedi e altre mille barriere, non era possibile passare in nessuno modo.
Chi ha familiarità con persone che hanno problemi di disabilità lo sa, loro vorrebbero essere invisibili, passare inosservati. E quando invece devono urlare al mondo la propria condizione e chiamare i carabinieri per poter passare sul marciapiedi, vuol dire una cosa sola: essere arrivati al capolinea.
Un popolo che non ha il minimo rispetto per le persone più deboli, che non si pone proprio il problema della loro esistenza e che quando arrivano i carabinieri invece di chiedere scusa per aver creato problemi lasciando la propria auto in modo indecente, “il solito attimino”, ricorre a scuse e accampa addirittura ragioni. non può avere alibi. Un declino morale irreversibile, senza speranza, senza alcuna possibilità di redenzione e su tutta la linea: rifiuti, cacche dei cani, parcheggi, educazione, rispetto.  Basta pensare alle auto lasciate sulle strisce pedonali, sugli scivoli per i disabili, sui marciapiedi pur di poter soddisfare il proprio bisogno di non fare qualche metro in più a piedi.
Il solito ringraziamento ai nostri Carabinieri, autentici paladini d’altri tempi, e una domanda: ma l’amministrazione comunale e il corpo della Polizia locale quando e perché hanno rinunciato ad esercitare quella minima forma di controllo che permette a una società civile di definirsi tale?