È una breve storia triste, ma ve la voglio raccontare, per condividere con voi la delusione e la tristezza per come sono andate le cose e poi anche perchè, in questi tempi in cui trombe d’aria e piogge torrenziali si abbattono senza pietà, potrebbe tornarvi utile. Vivo a Fregene sud, nella casa donatami dai miei generosi genitori, vicino c’è una villa con la bellezza di 22 pini. È stata sempre una lotta, durata 40 anni, per ottenere che venissero puliti e potati, ed è stato sempre fatto poco e male. Un anno fa, complice il vento forte, sentiamo il pino incriminato scricchiolare; è inclinato paurosamente verso casa nostra, il terreno è già un pò rialzato sotto la spinta delle radici, il tronco contorto: fa paura. Chiamo i vigili del fuoco: non è di loro competenza, mi rimandano ai vigili urbani. Li chiamo. Vengono. E si comincia. Loro chiamano l’ufficio ambiente: bisogna fare una segnalazione a questo ufficio. La facciamo ma non succede più niente; se non vai, chiami e richiami non se ne occupa nessuno. Da lì un andirivieni: la protezione civile, l’addetto del comune, di nuovo i vigili, l’ agronomo. Tutti d’accordo… va abbattuto, è pericoloso per le persone e le cose. Parte un iter che tutt’ora non mi è chiaro o forse l’ho rimosso, fatto di “ci risentiamo fra due settimane”, “dobbiamo aspettare che rientri il collega”, “va notificato” poi “non è ancora stato notificato” poi ritornano, riguardano, si dimenticano, richiami. Ero presente quando l’agronomo intimava il padrone del pino di provvedere: “ha 10 giorni di tempo, dopo di che interviene il comune”. Ma và! C’è un’ ordinanza firmata dal sindaco Esterino Montino per l’abbattimento di questo pino. A giugno mi dicono che non ci sono i soldi. Noi tra IMU, TASI e TARI abbiamo pagato per abbatterne di pini! Comunque mi dicono di aspettare ancora, forse a luglio, poi a settembre. Devono fare un mini bando; il comune deve fare un mini bando per abbattere un pino che minaccia una casa con dentro una famiglia! Adesso è tutto finito: abbiamo pagato e l’abbiamo fatto abbattere noi. Per fortuna il padrone del pino aveva firmato agli inquilini che sono in affitto in casa sua l’autorizzazione all’abbattimento, sennò il pino stava ancora li, a dondolare e a minacciarci. Avevamo esultato di fronte all’ordinanza: ci sembrava una cosa seria un’ordinanza del sindaco, a noi che paghiamo le multe, che facciamo la differenziata e che rispettiamo il prossimo. A difesa delle persone che hanno “lavorato” a questo caso voglio dire che le abbiamo sempre trovare cortesi e disponibili, dai vigili agli addetti dell’ufficio ambiente e l’impressione è che si siano trovati in un vicolo cieco, privati della possibilità di lavorare e quindi di risolvere i problemi. Non me ne vogliano ma così non hanno motivo di esistere: qualche altro cittadino nel frattempo li avrà chiamati e sarà salito sulla stessa giostra.

Susanna Cattani