“Partono i dottori, bentornata Fregene”. Con l’inizio delle lezioni scolastiche il centro balneare si svuota, un dramma per chi torna a Roma, una festa della liberazione per chi rimane

di Marco Lepre

Le memorie locali raccontano che nel periodo tra le due guerre la straordinaria popolarità di Fregene portava in estate un pubblico selezionatissimo e benestante per le grandi feste in villa a passo di valzer, tango, passetto, mazurca e fox-trot, oltre che per la caccia alla volpe nelle campagne di Maccarese. Pur nel grande affiatamento tra stanziali – per lo più addetti ai servizi – e vacanzieri, la pace della piccola cittadina veniva sopraffatta dalle incombenze e dall’arrivo dei vari Dottor Tizio e Dottor Caio, titoli non necessariamente dovuti allo studio, quanto per differenziare i sopraggiunti vacanzieri dai locali.

“Arrivano i dottori! Addio Fregene!”, era la frase che rimbalzava di bocca in bocca, come racconta il bel libro di Alberto Branchini “Fregene, una storia vera”.

Oggi, settanta anni e tante vicende dopo, si avvicina ineluttabilmente il 15 settembre, data di inizio delle lezioni scolastiche e tradizionale giorno di rientro delle famiglie in vacanza. Se per i vacanzieri il rientro in città rappresenta un piccolo dramma nella fine delle vacanze e il ritorno alla routine lavorativa, per gli stanziali fregenati il 15 settembre viene da sempre festeggiato come il giorno della liberazione.

Personalmente, da sempre attendo la domenica sera precedente la riapertura delle scuole con una certa commozione. Anche quando vivevo a Roma e avevo figli piccoli, facevo di tutto per restare altri giorni a Fregene accompagnando i bambini a scuola da qui per godere di questo momento magico nella collera di mia moglie e il mugugno dei figli per le alzatacce e per essere rimasti senza i consueti amici.

Quella domenica sera è speciale; e quel tramonto nel ritrovato silenzio dona sensazioni uniche di un futuro più sereno.

E’ un momento delicato, nella ritrovata quiete in cui divieni cosciente che da quel momento il parcheggio non è più un problema e non lo sarà per altri nove mesi. L’acqua tornerà a scorrere copiosa dai rubinetti, mentre il fruttivendolo, l’alimentarista e i negozianti tutti inizieranno a sognare le meritate ferie e torneranno incredibilmente sorridenti e simpatici come erano prima dell’estate, prima del grande stress e dei grandi incassi.

Non ci sarà più la fila per andare a Roma; né per tornare; né dovrai temere di essere spazzato via in bicicletta a ogni incrocio su viale Nettuno. Non si sentiranno urla di giovani trogloditi la notte. Non dovrai più prenotare nulla e tutti saranno nuovamente gentili, mentre il mare riproporrà il suono dello scrosciare delle onde anziché la musica “Stump, Stump, Stump”, propria di tutto il litorale all’ora del tramonto.

La pace e la bellezza della spiaggia raggiungeranno il loro culmine dopo che saranno lavati e immagazzinati ombrelloni e lettini e incontrerai solo le consuete poche persone per godere la mattina e il tramonto sulla spiaggia e commentare nuovi e vecchi tronchi che verranno a poggiarsi sul bagnasciuga.

Riscoprirai che il ristoratore chiacchiera volentieri, non è nervoso e stressato come condizione perenne, sorride addirittura; prenderai coscienza di poter andare a fare colazione al bar o perfino a comprare le sigarette senza file. I campi di padel saranno magicamente disponibili anche in orari decenti e realizzerai con piacere che i fuochi d’artificio ogni sera non sono una condizione di vita inevitabile.

Veniteci a trovare dal 15 settembre al 15 giugno. Magari pochi per volta… per non rovinare l’atmosfera, ma venite! Fregene è bellissima fuori stagione. Bentornata Fregene!