Per 20 anni ha guidato l’azienda dei Benetton, tanti gli interventi fatti per trasformare la società e il borgo agricolo. Il timone passa ora nelle mani di Claudio Destro

Più che un’azienda ha governato un paese. Perché in quel blocco di 3.200 ettari acquistato dai Benetton c’era dentro di tutto, non solo campi agricoli ma piazze, castello, chiesa, strade, case. Un pacchetto completo, borgo rurale antico con migliaia di persone e contemporaneamente l’azienda agricola più grande d’Italia: è sempre stata questa la cifra della Maccarese spa. Apparentemente burbero, dai modi sbrigativi, all’inizio tra Silvio Salera, il nuovo amministratore delegato voluto da Carlo Benetton, e la comunità locale non è stato amore a prima vista. Anzi. Ma poco a poco la diffidenza è diminuita e le due galassie hanno iniziato prima a guardarsi con curiosità, poi sempre con maggiore rispetto. Perché se all’obiettivo di fare utili aziendali si somma anche quello di migliorare il suo territorio e la qualità della vita dei residenti, allora anche due linee apparentemente parallele alla fine possono convergere.

Venerdì 3 maggio, all’improvviso per chi non gli stava vicino ma la decisione si dice fosse presa da mesi, Silvio Salera ha rassegnato le sue dimissioni. Non si capisce se c’è stata qualche divergenza con il nuovo management anche perché lui, aziendalista ad oltranza, non lo confesserebbe mai.
Il bilancio di questi anni è lungo, impossibile ricordare tutti gli interventi, possiamo solo accennare ai principali. Partiamo dagli ultimi, quelli più recenti: il progetto di apertura del Vivaio come parco pubblico e la sala polifunzionale con Museo del sax. Poco prima l’archivio storico, il Polo di formazione e il castello San Giorgio ristrutturato con tante sale rimesse a nuovo. L’ex centrale del latte, le aule per l’Agrario e il campetto sportivo per l’istituto Paolo Baffi. Il progetto Botteghe storiche con il ritorno dell’Emporio e dei prodotti di Maccarese, l’animazione del Borgo con isola pedonale sotto il castello, le feste, gli eventi e le visite, come non si era mai visto.

La riapertura della Torre di Maccarese e dell’Ecomuseo, il Parco Biolcati, il Parco Avventura, il comodato gratuito al WWF delle Vasche e del Bosco Foce dell’Arrone. A memoria: Bioversity, il recupero del cinema Esedra, i giardini di viale Maria, la riqualificazione della piazza del Maccarese, il parcheggio della scuola Marchiafava e quello del Villaggio dei Pescatori, le recinzioni sul lungomare di Maccarese, il rifacimento delle stalle, gli impianti di Biogas.

Salera, ci siamo dimenticati qualcosa?
“Sì, una delle cose a cui tengo di più. Aver trovato una soluzione a quella che sembrava una crisi irreversibile e votata al fallimento definitivo, la cooperativa di Sant’Antonio. Abbiamo aiutato tante famiglie di Maccarese a rivedere finalmente la luce.
Altro?
Anche l’allevamento, siamo passati da una stalla dove si produceva per capo 22 litri ai 37 attuali. Un risultato notevolissimo.
Perché ha lasciato, ci dica la verità?
Perché dopo 20 anni e 102 giorni ho pensato che forse era arrivato il momento di dedicarmi alla famiglia e ai nipoti.
Vuole rivolgere un saluto alla comunità?
“Certo, vorrei salutare tutti con affetto, senza distinzioni, compresa l’Amministrazione pubblica con cui abbiamo sempre collaborato. Sono stati anni intensi, volati via in un attimo. Abbiamo fatto un grande lavoro e non era facile perché tutto questo ha coinciso con un periodo di grave difficoltà economica. Vorrei ricordare la situazione dell’azienda quando l’abbiamo rilevata, era in una crisi complicata. Pian piano, con tanti sacrifici, abbiamo risollevato la testa. E non abbiamo pensato solo agli utili, come i bilanci ce lo hanno consentito ci siamo impegnati nel sociale, abbiamo profuso tante energie in quella direzione. Tra le tante opere importanti fatte posso assicurare che la politica del territorio è quella che ha dato le più grandi soddisfazioni”.

“Con Salera in questi anni c’è sempre stata una collaborazione leale – interviene il vicesindaco Ezio Di Genesio Pagliuca – una disponibilità verso il sociale che gli va riconosciuta. Stiamo pensando di attribuirgli un riconoscimento civico per il lavoro svolto in questi anni. Siamo sicuri che la Maccarese continuerà su questa linea intrapresa”.