

È la svolta nelle indagini sull’omicidio di Stefania Camboni. Questa mattina i Carabinieri della Stazione di Fregene, insieme a quelli del Nucleo operativo Radio mobile di Ostia, sono tornati in via Santa Teresa di Gallura, chiusa al traffico per quasi tutto il giorno.
Questa volta la ricerca del fantomatico “sacco delle prove” si è concentrata in un terreno privato al confine con via Agropoli. Qui i militari avrebbero trovato tutto: l’arma del delitto, il coltello mancante dal ceppo messo in cantina, il telefono della vittima, la maglietta insanguinata indossata da chi ha inferto le 34 coltellate a Stefania Camboni.
Una vera svolta, perché quelle prove ora sono in grado di inchiodare l’omicida che non avrà più alibi. Coltello, maglia e telefono, in un colpo solo gli investigatori si ritrovano in mano tutto quello che hanno cercato dal 15 maggio per tante settimane.
Resta solo da unire i puntini, analisi del Dna su coltello e maglietta, verifica delle ultime telefonate e messaggi sul cellulare. A quel punto sull’omicidio di Stefania Camboni non ci sarà più nulla da svelare.
Per Giada Crescenzi, principale imputata delle indagini, agli arresti nel carcere di Civitavecchia, non si mette per niente bene. Se le analisi proveranno che c’è il suo Dna su quei reperti, difficilmente potrà evitare una pesante condanna.
“L’omicidio di Fregene”, sembra alla battute finali, grazie alle indagini dei Carabinieri l’assassino avrà molto presto un nome e un cognome. A quel punto Stefania Camboni potrà almeno avere una degna sepoltura.
“Non abbiamo mai avuto alcun dubbio sul fatto che l’arma e gli oggetti compromettenti fossero stati gettati dalla indagata quella notte nei terreni in zona – dichiara Massimiliano Gabrielli, legale della famiglia Camboni e di Iacopo Violoni – avevamo lanciato un appello per la ricerca e contribuito in modo sostanziale alle indagini. Ora la prova definitiva è stata assicurata, il 23 giugno faremo una nuova ispezione nella abitazione e il 24 si eseguiranno i test dna e sulle impronte, complimenti alla determinazione della Procura e del Nucleo operativo dei Carabinieri”.