C’è una scuola, vicino a noi, dove durante la ricreazione, ragazzi e ragazze passeggiano tra i ricordi viventi di uomini e donne che in una situazione di pericolo decisero di cambiare le sorti della storia. C’è un giardino dove i passi leggeri dei nostri millennials si incrociano con i percorsi ardui di coloro dalla cui condotta è dipesa la salvezza di altri.
A quasi dieci anni dalla sua fondazione il Giardino dei Giusti dell’Istituto Leonardo Da Vinci di Maccarese è arrivato alla sua maturità e non solo dal punto di vista vegetazionale: il giardino si inserisce organicamente nel panorama della campagna di Maccarese grazie al suo carattere tipicamente mediterraneo, gli olivi ormai adulti offrono adesso un discreto raccolto con il quale viene prodotto l’Olio dei Giusti, commercializzato a scopo benefico. Luogo di eventi e incontri del progetto “Appunti di Memoria” e infine è stato recentemente inserito nella Rete e nel sito ufficiale del Giardino dei Giusti.
Come è nata questa esperienza? A partire dal 2005, contemporaneamente alla costruzione del nuovo edificio scolastico cresceva l’idea della realizzazione di un Parco della Memoria in cui, attraverso l’antico rituale della piantumazione degli alberi in ricordo delle persone scomparse caro alla tradizione ebraica e richiamando l’esperienza del Giardino dei Giusti presso il Museo di Yad Vashem in Israele, fosse possibile, come scrisse la dirigente scolastica Antonella Maucioni, “istituire un luogo del ricordo”. Le chiediamo oggi a quali frutti abbia portato questa scelta, nella vita dell’istituto: “Ha costituito uno stimolo e un motivo propulsore sempre visibile e presente nei nostri diversi percorsi sulla memoria – risponde – una funzione educativa quotidiana. Ci ha aiutati ad approfondire e allargare il concetto dei Giusti non solo in riferimento alla Shoa ma andando a comprendere tutte le donne e gli uomini che in particolari momenti della storia avevano collaborato alla salvezza di altri, mettendo a repentaglio le proprie vite”.
Le chiediamo ancora, dietro ogni olivo c’è una storia, perché proprio questa e non un’altra, quale criterio è stato utilizzato nella scelta?
“L’idea iniziale è stata quella di rappresentare i Giusti di Roma e della sua Provincia. Intorno a questi alberi si sono svolti tanti incontri, forti e veri, anche tra salvati e salvatori e i loro discendenti. Proprio attraverso i nostri incontri sono nate altre dedicazioni, per esempio a protagonisti del dramma dei desaparecidos o a Salvo D’Acquisto che pur non essendo un giusto ‘canonico’, è comunque un esempio luminoso per il nostro territorio”.
Ricordiamo che anche quest’anno l’Istituto sta per affrontare una nuova stagione degli itinerari sulla memoria e sulla legalità che coinvolgeranno studenti, docenti e famiglie in un’esperienza di approfondimento attraverso incontri, spettacoli musicali e teatrali. I momenti centrali quest’anno saranno costituiti dal Convegno sui Giusti di ieri e di oggi (5 marzo) e da un percorso di approfondimento sulle storie dei bambini di Terezin. A gennaio, inoltre, ci sarà l’inaugurazione della nuova biblioteca e la sua dedicazione a Giulio Regeni con un incontro con Amnesty International cui quest’anno verrà dedicato il ricavato dell’Olio dei Giusti.
“Chiunque salva una vita è come se salvasse il mondo intero”, recita il versetto del Talmud riportato sulla targa all’ingresso del Leonardo Da Vinci e i percorsi della vita, dell’amore e del coraggio si intrecciano tra i rami dei nostri ulivi.

Alessandra Benadusi