“Una nuova sfida, faticosa ma stimolante”, commenta nella sua casa di Fregene dove, insieme a Pierguido Cavallina responsabile della comunicazione Acea, mi riceve per questa intervista.Ma lei viene a Fregene anche d’inverno?Io abito a Fregene tutto l’anno, ho la residenza qui.Quindi ogni giorno il presidente dell’Acea fa il pendolare con Roma?Se non ci fosse il traffico sarebbe uno scherzo. Ma anche se ci metto alle volte più di un’ora per arrivare, quando torno vengo ripagato di tutto. La pace, l’aria, la tranquillità, il rumore del mare, la bicicletta. Cose impensabili a Roma. Da quanto frequenta Fregene?Da una vita. Era il 1978 quando presi una villetta in via Cesenatico. Ma allora venivamo solo d’estate, era una seconda casa. Adesso invece ho scelto di vivere a Fregene. Anche lei è uno dei dieci fondatori del Consorzio Fregene Sicura?Ho creduto fin dall’inizio in questa scelta. La sicurezza è un valore fondamentale per le famiglie ed unire le forze per ridurre il problema oggi è l’unica strategia possibile. C’è chi obietta che dovrebbe comunque essere l’amministrazione pubblica ad occuparsi della questione.E’ vero. Ma è anche vero che se le forze dell’ordine non riescono a controllare il territorio i cittadini non possono solo lamentarsi ed aspettare che dall’alto qualcuno intervenga. C’è un principio, quello della sussidiarietà, che può aiutare molto la convivenza civile. Collaborare tutti insieme con le forze dell’ordine e le pubbliche amministrazioni, lo trovo meritorio. La parola “Consorzio” ha creato qualche malinteso…E’ vero, a Fregene ha fatto ritornare in mente fantasmi del passato, vecchie vicende con il gruppo Federici. Ma qui la storia è tutta diversa, si tratta di una adesione facoltativa, nessuno obbliga nessuno a fare qualcosa. E ognuno dei fondatori di Fregene Sicura ha altro da fare nella vita, abbiamo il nostro lavoro che non ha alcun rapporto con la sicurezza di Fregene. E non ci sono nemmeno velleità politiche o secondi fini. Siamo solo stanchi, come tanti altri, di subire passivamente situazioni poco piacevoli, come le intrusioni notturne dei ladri nelle case. Avete pensato a nuovi progetti per il prossimo anno?Abbiamo già raggiunto buoni risultati, investire sulla sicurezza è importante. C’è un auto che tutte le notti fa sorveglianza, questo è bastato a ridurre drasticamente il numero dei furti. Adesso dobbiamo crescere come numero di associati, così potremo occuparci insieme di pulizia e decoro urbano. Segnalare all’amministrazione in tempo reale la situazione delle strade, le buche, il degrado, per risolvere almeno le emergenze in tempi brevi. E in primavera vorremo mettere un impianto di videosorveglianza alle due entrate di Fregene. C’è da risolvere qualche problema con la privacy ma sembra superabile. Cosa pensa della delibera “salvaville”, approvata di recente dalla giunta comunale?Che va benissimo per gli edifici storici, per le ville di pregio, per quelle disegnate da eccellenti architetti. Per il resto ci vuole buon senso, non bisogna passare da un estremo all’altro. Come si è sentito in queste prime settimane sulla poltrona di presidente dell’Acea?E’ un’avventura molto faticosa e stimolante, sento la responsabilità del compito.Si è già posto degli obiettivi da raggiungere?Mi piacerebbe fare di Acea una società non solo in grado di fare utili ma anche di fornire servizi adeguati ai cittadini. Spiegare loro cosa pagano nelle bollette, illustrare i programmi dell’azienda, la tariffa deve corrispondere al livello della prestazione.L’energia è sempre più uno dei temi al centro dell’attenzione generale. Anche questa la considero una sfida del mio mandato. Dobbiamo investire di più nella ricerca, nelle energie alternative, dipendere sempre meno dai paesi esteri. Ma i soldi dei cittadini vanno spesi bene, bisogna spiegare loro come vengono impiegati e non trattarli come sudditi dell’impero…