È partita ieri la sperimentazione sulle persone del vaccino tutto italiano, una doppia soddisfazione perché l’amministratore delegato della società Antonella Folgori è di Fregene

Antonella Folgori ad ReiThera

Parte sperimentazione
Dopo il via libera dll’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) sono partiti ieri i primi test clinici coordinati dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “L. Spallanzani”. Lo avevamo annunciato lo scorso marzo che l’azienda italiana ReiThera stava lavorando a un vaccino italiano contro il coronavirus SarsCoV2, più noto come Covid-19 e ora siamo alla sperimentazione.

Doppia soddisfazione
Una doppia soddisfazione perché al vaccino tutto italiano si somma un dato di fatto, l’amministratore delegato della ReiThera è di Fregene, la ricercatrice Antonella Folgori, terza generazione di una delle prime famiglie arrivate nel centro balneare.

Antonella Folgori: “Siamo orgogliosi”
“L’inizio della sperimentazione clinica è il primo importante passo verso lo sviluppo del nostro candidato vaccino contro Covid-19 – spiega Antonella Folgori – Siamo orgogliosi di aver avviato questa sperimentazione in Italia, così duramente colpita dalla pandemia nei mesi passati. Il lancio dello studio è testimonianza della capacità del team di ReiThera di generare innovazione tecnologica e dimostra cosa si può fare quando le parti interessate, pubblico e privato, si uniscono per raggiungere un obiettivo comune”.

I test
Dopo aver superato i test preclinici che ne hanno mostrato la sicurezza e la capacità di indurre una forte risposta immunitaria, il vaccino è ora pronto per essere valutato in una coorte di 90 volontari sani suddivisi in due gruppi per età (45 tra i 18 e i 55 anni e 45 tra i 65 e 85 anni) presso lo Spallanzani di Roma e il Centro Ricerche Cliniche di Verona. Nel corso di questo studio sarà valutata la tollerabilità e la sicurezza del vaccino a diversi dosaggi e la sua capacità di indurre le appropriate risposte immunitarie.

Il vaccino scoperto per Ebola
Fu proprio Antonella nel recente passato ad occuparsi con successo del vaccino per un altro terribile virus, l’Ebola. Attualmente a livello mondiale diversi istituti di ricerca e aziende farmaceutiche stanno lavorando allo sviluppo e alla produzione del vaccino Covid-19, a questo scopo sono state messe in campo le tecnologie più innovative perché consentono di rispondere all’emergenza pandemica in tempi più rapidi rispetto agli approcci tradizionali.

La società ReiThera
Per la realizzazione del candidato vaccino italiano, ideato e prodotto dall’azienda biotecnologica ReiThera di Castel Romano, e per la sua sperimentazione clinica di fase 1, sono stati stanziati finanziamenti dalla Regione Lazio e dal Ministero dell’Università e della Ricerca con il CNR. E lo studio è stato già valutato positivamente dall’Istituto Superiore di Sanità e ha ottenuto il parere favorevole del Comitato etico dell’INMI.
ReiThera è un’azienda altamente specializzata in biotecnologie e nella ideazione, progettazione e sviluppo di prodotti biofarmaceutici innovativi, in special modo vaccini contro agenti infettivi e si avvale di un team consolidatosi nel corso degli anni con imprese di successo tra cui Okairos acquisita dalla multinazionale farmaceutica GSK. All’interno della propria struttura ReiThera dispone di laboratori di ricerca e sviluppo e un’officina di manifattura che opera secondo standard di elevata qualità per la produzione di vaccini e prodotto biofarmaceutici per uso clinico.

Il vaccino anti Covid-19
“A differenza dei vaccini tradizionali – aggiunge Antonella Folgori – il vaccino ideato da ReiThera si basa sull’utilizzo di un virus innocuo modificato per funzionare come una navicella che introduce nell’organismo la proteina “spike” presente sulla superficie del coronavirus. Questa proteina è la “chiave” che il coronavirus usa per entrare nelle cellule polmonari. È questa proteina “spike” che innesca la risposta del sistema immunitario, la produzione di anticorpi e arma l’individuo contro il coronavirus impedendogli di causare la malattia”.

Fasi successive
Dopo la prima fase di sperimentazione, se i risultati saranno positivi, si procederà alle fasi successive di sperimentazione clinica che prevedono la valutazione della sicurezza e l’efficacia del vaccino in un elevato numero di volontari in Italia e in altri paesi con elevata circolazione del virus. Solo allora l’AIFA potrà valutare l’immissione in commercio e l’opportuna distribuzione.