Protagonisti una coppia di napoletani, autentici professionisti della sceneggiata che, con consumata abilità, hanno raggirato un settantenne, un ex commerciante esperto eppure sopraffatto dall’abilità della coppia. Che si è presentata in questo modo: a bordo di un’auto rossa, forse una Fiat Punto, hanno “puntato” il signore che era sul viale con il cane al guinzaglio. Dall’auto hanno suonato il clacson accostando sul marciapiede. Quello più giovane, un trentenne seduto sul lato passeggero, vestito impeccabilmente con giacca, cravatta e occhialini tondi, con grande entusiasmo ha salutato il signore dicendo se lo riconosceva. All’imbarazzo dell’interlocutore, aggiungendo frasi del tipo: “ma mi hai tenuto in braccio quando ero piccolo”, “non ti ricordi di papà” e cose del genere, ma senza fare un nome. Ad un certo punto, fingendo di essere offeso per il mancato riconoscimento, suo e di questo ipotetico padre, se ne stava quasi andando. Allora il settantenne in imbarazzo ha detto: “ma non sarai il figlio di Gianni”, una persona conosciuta tanti anni prima. Il giovane dal lieve accento napoletano ha confermato, cogliendo la palla al balzo e passando alla seconda fase della sceneggiata. Dopo i baci e gli abbracci per l’ottenuto “riconoscimento”, ha cominciato a dire che il padre non stava bene, che aveva un tumore, che stava in ospedale, che per fortuna lo avevano preso in tempo. Poi ha raccontato che lui e suo cognato (il complice alla guida), corpulento, più anziano e senza capelli, si erano trasferiti a Milano e che erano venuti a Roma per trovare il padre, appunto malato. E che avevano avuto un incidente stradale, provocato da un camion al quale era scoppiata una gomma e si erano salvati per miracolo. Ma avevano dovuto prendere un’auto in affitto. Un crescendo di balle ma raccontate alla perfezione da un attore nato, intercalate da un “dammi il numero del cellulare che come arrivo all’ospedale ti faccio parlare con papà”, “come sarà contento papà di salutarti”.
Alla fine il “pacco” inevitabile, dopo aver regalato, tirandoli fuori dall’auto, dei finti giubbetti, in realtà di plastica fatiscente ma ben confezionati in una busta grande e apparentemente di valore, “uno per te e uno per tua moglie da parte di papà, prendili se no mi offendo”, è arrivata la richiesta: scusa se te lo chiedo ma nel trambusto, l’incidente e l’affitto dell’auto siamo rimasti senza contanti. Non è che avresti un centinaio di euro, almeno per fare un paio di pieni di benzina e arrivare in auto fino a Milano? Naturalmente come arriviamo te li rimando subito”. L’ex commerciante, travolto dalla sceneggiata ha tirato fuori dalla tasca quello che aveva: 105 euro e li ha consegnati al giovane, che ha ringraziato commosso, salutato e naturalmente abbracciato e baciato “a zio”, sparendo dalla circolazione pochi secondi dopo.