Una perdita la cui causa è da ricercare nelle tante, troppe, colpe umane, nell’elenco ormai infinito di tutte le cose che non dovevamo e non dovremmo fare da tempo, ma che ci riesce difficile sostituire con comportamenti ecologicamente ed eticamente corretti – perché l’etica è alla base dell’ecologia, non lo dobbiamo mai dimenticare. Credo che questo accada perché la nostra mente non riesce a supportare pienamente il ritmo dell’evoluzione culturale che sempre dovrebbe andare di pari passo con l’evoluzione tecnologica, se non vogliamo essere macchine senza cervello e senza cuore. Ma per fortuna qualcosa si muove nel nostro Comune: si muove infatti, instancabilmente, una sincera passione, l’amore grande per il nostro territorio e il desiderio di rendere giustizia a questi piccoli ma importanti animali, che offrono servigi all’uomo depredando insetti nocivi, quali mosche, zanzare e parassiti di piante e che in cambio chiedono solo di rispettare i nidi e di proteggere i loro piccoli. Avete mai visto quanto sono curiosi e “perfetti” i piccoli di rondine quando sporgono il loro piccolo capo dal nido e ti guardando per capire chi sei? Se non avete fatto ancora questa esperienza provate, venendo pure nel cortile dell’Area Ambiente, sotto i cui cornicioni del tetto hanno nidificato questi meravigliosi animali… I nidiacei hanno la sensibilità per il mondo circostante forgiata da una lunga evoluzione, che gli fa subito capire se chi li osserva è un amico o un predatore; ed infatti non tutti gli uomini gli vanno a genio! Con questo spirito e su basi e dati scientifici (le rondini e affini ricoprono l’importante e significativo ruolo ecologico di predatori di insetti molesti, cioè sono degli “insetticidi naturali”, predando circa 20.000 insetti al giorno per coppia durante la stagione riproduttiva) e sul recepimento di normative nazionali e comunitarie di rilievo (le rondini e affini sono specie migratrici, molto vulnerabili, in via di riduzione numerica e perciò protette su tutto il territorio nazionale, con divieto di uccisione di individui adulti e nidiacei e di distruzione di nidi e uova), è nata l’Ordinanza sindacale n. 384 del 15 luglio 2011 – intitolata “Tutela degli insediamenti riproduttivi di rondine, balestruccio, rondone e topino nel Comune di Fiumicino” – con la quale in questo Comune si è dato l’avvio alla protezione dei nidi di rondini e specie affini… sì, anche il topino, ovvero la specie più piccola (appena tredici centimetri di lunghezza!) e più minacciata della Famiglia delle rondini (Hirundinidae), sarà protetta nei momenti più delicati del suo ciclo biologico, ovvero la costruzione ed il mantenimento del nido, e la successiva ovideposizione e cura della prole. Quanto siano difficili queste tre fasi per questi uccelli, e per tutti gli Irundinidi, credo sia facilmente comprensibile a tutti; sarebbe come immaginare che una coppia di umani si riproduca e allevi la prole su un pianeta pieno di pericoli “chimici” e di trappole fisiche, con le case che spariscono da dove le abbiamo lasciate e con il cibo scarso e pieno di inquinanti. È vero, forse anche per alcuni di noi, se non per tutti noi, è così, perché quello che passano animali e piante in questo Pianeta, è un male comune al nostro. Solo che non è colpa delle rondini o degli altri esseri viventi se questo accade e soprattutto è ora di cambiare; dobbiamo imparare ad invertire il nostro punto di vista, se vogliamo invertire la rotta, ed incominciare a vivere in armonia con la Natura, perché questo è il nostro destino “genetico” ovvero ci siamo evoluti in un contesto naturale e non possiamo rinchiuderci dentro “scatole” di ferro e cemento. I nostri geni ne soffrirebbero e ciò si vede perché siamo tutti sempre più stressati e senza energie! Per questo, nell’Ordinanza sindacale succitata, oltre ad essere vietata la distruzione dei nidi di Irundinidi, è stata disposto che, in caso di restauri e ristrutturazione di fabbricati, e solo ed esclusivamente nel periodo che va dal 15 settembre al 15 febbraio di ogni anno (quando le rondini sono andate a svernare in Africa!), possano essere rimossi i nidi naturali, previa autorizzazione dell’Area Ambiente ed a fronte della compensazione obbligatoria con appositi nidi artificiali; inoltre, ove presenti insediamenti riproduttivi di rondini e specie affini, sono state date le seguenti disposizioni: 1. I nastri incollanti per la cattura di insetti debbono essere circondati da rete metallica (perché questi uccelli non possano restarvi incollati!); 2. È vietato l’uso di prodotti chimici a spruzzo (mortali per i nidiacei); 3. I ventilatori non protetti debbono essere resi inaccessibili; 4. La pulizia dei locali (ad es. stalle) con getto a pressione va svolta con somma perizia, evitando di dirigere il getto verso il nido (si scioglie e crolla!) e per non bagnare i pulcini (sono delicati, possono morire di polmonite fulminate!); 5. La verniciatura con calce a spruzzo per la disinfezione delle stalle va fatta prima del periodo riproduttivo; 6. Mantenere la distanza minima di 2 metri sia sotto che accanto al nido occupato, non allocandoci e/o depositandoci materiali e macchinari, in modo che i predatori naturali, cioè gatti e faine, non si possano arrampicare per predare i piccoli; 7.Tutelare e rispettare i nidi di rondine e affini e promuoverne la colonizzazione spontanea. Quanto fin qui illustrato è un primo passo. Ora penso che si debba estendere la protezione anche ad altri importanti insettivori, ossia i Chirotteri nostrani (pipistrelli e nottole), che sono dei mammiferi “volanti” e placentati come noi, che vivono in gruppo e che con le rondini e affini dividono i cieli, però quelli crepuscolari e della notte, e gli stessi pericolosi fattori di rischio biologico (mancanza di spazi idonei per nidificare, riduzione della fonte di cibo, inquinamento da pesticidi e composti xenobiotici). Infine una bella iniziativa per incrementare la nidificazione di rondini, specie affini e chirotteri,  è rappresentata dalla diffusione e dall’ampio utilizzo di nidi artificiali (fatti esattamente a forma di nido di rondine oppure le cosiddette “bat boxes” per i pipistrelli) da porre sulle nostre case. Chi accetta la sfida e si candida a venderle sul nostro territorio? (di Dr.ssa Daniela Pascucci, Funzionaria Direttiva Biologa, Area Ambiente e Qualità della Vita, comune di Fiumicino).