Così i due digestori, larghi 24 metri e alti 9 metri, hanno iniziato a trasformare i liquami bovini in energia. Il “miracolo del letame”, dalle deiezioni quotidiane delle vacche, difficili da smaltire, in calore ed elettricità. Quest’ultima, una volta a regime, prodotta su base annua in 4.500.000 di  chilowatt e immessa direttamente nella rete. I lavori erano iniziati nel novembre dello scorso anno dalla Schmack Biogas Srl, per un investimento di 2,3 milioni di euro sostenuti dalla Maccarese stessa e in parte da un finanziamento della Banca Sella. Alimentato dai liquami delle 4 mila e più vacche presenti nell’azienda zootecnica, e in piccola parte da insilati di mais, produce energia elettrica immessa in rete dall’Enel ed energia termica utilizzata a fini di riscaldamento per i locali della Maccarese. Se l’iter del progetto è stato interminabile, il risultato deve essere una bella soddisfazione per l’ad della Maccarese, il romano Silvio Salera. Perché l’impianto da un lato, grazie alla cessione di energia, permetterà di rientrare in breve tempo dall’investimento. Ma soprattutto risolve in parte il problema dello smaltimento delle deiezioni che entrano nei digestori per riuscire inodori e allo stato liquido, quindi pronte per esser sparse sui campi. Mentre prima, con la “fertirrigazione” bisognava rinterrarle una volta sui campi e producevano un odore insopportabile per le abitazioni vicine. Certo, nulla si crea e nulla si distrugge, le quantità da smaltire liquide o solide non diminuiranno, però un bel problema è stato risolto.
“Si tratta di un passo avanti sia per il rispetto e il miglioramento dell’ambiente, sia per l’utilizzo di fonti alternative – commenta soddisfatto Silvio Salera – senza contare la possibilità, dopo il processo di trasformazione, di riutilizzare liquami “purificati” come ammendamento agricolo. Per la Maccarese un’innovazione importante a testimonianza del rinnovato impegno aziendale nel aggiungere obiettivi all’avanguardia e di qualità”.