È stato presentato questa mattina il rapporto “Mafie nel Lazio”, scritto dall’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio in collaborazione con la Fondazione Libera. I dati presentati da Gianpiero Cioffredi presidente dell’Osservatorio sono decisamente preoccupanti: al 2014 è stata censita la presenza di 88 clan mafiosi su tutto il territorio regionale, di cui 35 appartenenti alla ‘ndrangheta,16 a cosa nostra, 29 alla camorra, 2 alla sacra corona unita, 6 autoctone.

Per il procuratore aggiunto della Dda di Roma, Michele Prestipino “se mettiamo insieme i dati che ci offre il rapporto dell’Osservatorio, riflettiamo su una pluralità di presenze mafiose sul territorio romano e credo non ci possa essere più nessuno che dica che c’è qui una porzione di territorio dove non esista un problema genericamente malavitoso. Dobbiamo prendere atto di quanto troppo ci sia da fare e il mio invito pressante e accorato è che non c’è molto tempo per farlo. Facciamolo. Il negazionismo è una cosa terribile, produce effetti devastanti ma il riduzionismo è un pericolo ancora più grave, che può produrre effetti più devastanti perché è un pericolo ancora più insidioso, in quanto non nega il fenomeno ma lo sminuisce fino a scioglierlo nel tutto per cui tutto diventa lindo, impalpabile e quindi inesistente”, ha proseguito Prestipino. Il magistrato ha ricordato quanto avvenuto 5 anni fa in Lombardia, quando “i vertici politici e amministrativi-istituzionali della Lombardia nel 2010 si sbracciavano nel dire che la Lombardia era immune dal pericolo mafioso, che lì non c’era il radicamento di alcuna organizzazione mafiosa, tanto meno la ‘ndrangheta, e al massimo c’era il pericolo di qualche infiltrazione. Mentre questi signori dicevano queste cose, 25 capi della ‘ndrangheta si riunivano in Lombardia ed eleggevano il capo della Lombardia”. Secondo Prestipino “facciamo questi esercizi di memoria perché non vorrei che pure a Roma si ripetesse questo drammatico deja vu”.

Poi ha ricordato ancora che “l’altro ieri hanno bruciato uno stabilimento piuttosto famoso a Fiumicino. Il presidente della Federbalneari ha detto ‘a Fiumicino non c’è alcun problema di controllo malavitoso degli stabilimenti’. Confesso la mia sorpresa perché abbiamo due fonti di notizie diverse, e non le ho solo io. A Ostia c’è un allarme serio, qualcuno ha detto ‘non ci sono più le condizioni per amministrare correttamente perché c’è un eccesso di condizionamento derivante da un eccesso di presenza mafiosa’ – ha aggiunto Prestipino – Sono contento che a Fiumicino non ci sia il problema mafioso e neppure malavitoso, ma purtroppo le mie informazioni mi raccontano altro”.

Da parte sua, il sindaco di Fiumicino Esterino Montino ha così commentato le parole di Prestipino: “Ringrazio il procuratore aggiunto della DDA di Roma, Michele Prestipino, che oggi, intervenendo alla presentazione del rapporto ‘Mafie nel Lazio’ ha messo in guardia sul fatto che anche Fiumicino non è estraneo a possibili infiltrazioni criminali e agli interessi della malavita. Ho già più volte e chiaramente espresso la mia convinzione: il fenomeno non deve essere sottovalutato. Si rischia di dare implicitamente spazio a chi vuole imporre un modus operandi delittuoso, teso a prendere possesso di settori importanti del tessuto economico e produttivo di Fiumicino. Abbiamo il dovere di avere la piena consapevolezza che il nostro è un territorio ricco di opportunità e, proprio per questo, non possiamo avere la presunzione di vivere in un’isola felice, in luoghi lontani dagli interessi della criminalità organizzata. Istituzioni, forze dell’ordine, associazioni, imprese e cittadini hanno il compito di mettere in campo ogni azione, ognuna secondo le proprie competenze, per impedire che il nostro territorio sia permeabile alle attività criminali”.